Se non esiste un movimento mondiale “No Coin” è solo perché la gente è gravemente disinformata

Per il nostro Speciale Bitcoin, questa volta vi parliamo dei rischi dell’assenza della pubblica opinione.

Con l’arrivo dei vaccini per il Coronavirus si è determinata la nascita del movimento No Vax. Si tratta di un movimento assai composito. Al suo interno ci sono cospirazionisti sfegatati, ma anche persone che hanno legittimi timori in ordine ad un vaccino che ha avuto una sperimentazione oggettivamente troppo breve. Ci sono davvero tante sfumature all’interno di questo complesso movimento. Alcune sono assurde e deliranti, altre sono almeno in parte condivisibili e piene di buon senso.

Sui vaccini la gente ha potuto esprimere la propria idea

Questo movimento può stare più o meno simpatico, ma è la dimostrazione che la gente, quando è consapevole dell’esistenza di un fenomeno, assume una posizione in merito ad esso. Tutto ciò finché non si scade nel complottismo, nella violenza e nelle fake news è perfettamente legittimo in un sistema democratico. Ma il vaccino anticovid non è l’unica sostanza poco sperimentata che è stata messa in circolo ultimamente. I Bitcoin ed in generale le criptovalute, sono delle valute virtuali nate come un ambizioso progetto collettivo volto a creare sistemi di pagamento completamente indipendenti rispetto alle banche. Si tratta di un esperimento interessante sia dal punto di vista economico, che da quello logico-matematico, ma anche dal punto di vista sociologico.

Ad un certo punto questo esperimento ha cominciato a crescere in modo sbalorditivo. Basti pensare che il Bitcoin oggi ha la stessa capitalizzazione del Franco Svizzero. E stiamo parlando del valore di una sola delle crypto. Tuttavia il mondo finanziario è sostanzialmente diviso su questo fenomeno. Una buona fetta degli analisti economici e finanziari ritiene che si tratti della “madre di tutte le bolle”. E’ stata Bank of America qualche mese fa a definirla in questi termini. Potremmo discutere per mesi se le criptovalute siano una bolla colossale o siano una rivoluzione positiva, ma sarebbe francamente poco diverso rispetto al discutere del sesso degli angeli.

Bitcoin entrati in circolo

Quello che sappiamo per certo è che ormai i Bitcoin sono entrati nel sistema finanziario e ne sono parte integrante. Se dovessero essere una bolla, il suo scoppio avrebbe effetti sistemici semplicemente paurosi. Assai probabilmente sarebbe molto più grave dello scoppio dei subprime. Anche perché attualmente le criptovalute al mondo valgono il doppio di quello che valevano i subprime all’epoca. A nostro giudizio queste valute virtuali sono state “messe in circolo troppo presto e senza la dovuta sperimentazione”. Non ci riferiamo ovviamente a quei privati che hanno deciso liberamente di investirvi. Ma ci riferiamo a quegli investitori istituzionali che li hanno messi nei portafogli. Ci riferiamo a quelle autorità di controllo sulla borsa che hanno autorizzato ETF su Bitcoin (la Sec è l’ultima di una lunga serie). Ci riferiamo a quei paesi che hanno già dato o stanno pensando di dare corso legale alle crypto. Ci riferiamo a colossi come Amazon o MasterCard che secondo indiscrezioni vogliono farle entrare nei loro circuiti di pagamento incitando un dilagare incontrollabile.

Se queste istituzioni pubbliche o grandi realtà private avessero tirato sù un muro per non far penetrare le crypto, l’eventuale scoppio dell’eventuale bolla avrebbe coinvolto nell’esplosione solo quei risparmiatori che ci avevano creduto. Ma con il dilagare delle crypto in tutti gli anfratti dell’economia e della finanza, l’eventuale scoppio dell’eventuale bolla sarà veramente devastante. In pratica tra poco si farà prima a fare la lista di chi non ne resterebbe coinvolto. 

La gente è ignara delle decisioni che vengono prese

Se la gente avesse un minimo di cognizione di queste cose, una parte dell’opinione pubblica mondiale, magari anche eccedendo in allarmismo, insorgerebbe in un movimento No Coin. Questo movimento chiederebbe a gran voce (probabilmente inascoltato) di aspettare anni prima di aprire tutte le poste alle crypto. Chiederebbe più prudenza e sperimentazione. Sicuramente ospiterebbe al suo interno anche pittoreschi complottisti e darebbe la sua quota di fastidio. Ma almeno sarebbe la dimostrazione che su questo delicato tema esiste l’opinione pubblica.

Noi riteniamo che se al mondo non esiste un movimento No Coin, per certi versi simile a quello No Vax, è semplicemente perché alla gente di queste questioni non importa nulla, le considera troppo tecniche, non le segue e non è interessata. Ciò è assolutamente comprensibile. Eppure se tutti quei soggetti che hanno permesso alle criptovalute di entrare così profondamente nel sistema hanno fatto un passo falso e si sono sbagliati, le conseguenze le pagheremo tutti.

L’assenza di un’opinione pubblica

Chi scrive non è pregiudizialmente contrario alle criptovalute, ma semplicemente si chiede perché con tanta fretta sono state fatte penetrare così a fondo in mille meccanismi diversi della finanza e dell’economia. Perché sono finite in tanti portafogli anche istituzionali e perché diffuse carte di credito e diffusi shop on-line le stiano trasformando i sistemi di pagamento assolutamente ordinari.

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Se l’urgenza di utilizzare vaccini poco sperimentati ha portato i governi a prendere questa difficile decisione, non si capisce quale particolare urgenza abbia spinto tanti soggetti pubblici e privati a rendere un misterioso esperimento sulla crittografia, una valuta che se dovesse implodere trascinerebbe con sé un numero imprecisato di banche, risparmiatori ed aziende.

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Il fatto che il tema sia tecnico, non toglie che sia rilevante e che possa avere ricadute pratiche sulla collettività e che l’assenza di una pubblica opinione in materia sia un limite.

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