Omicidio Nada Cella, il commercialista all’amico: “Ci sarà la botta, e lei se ne andrà”

Omicidio Nada Cella, riascoltato l’amico e collega del commercialista Soracco: “Ci sarà una botta nel suo studio, e lei se ne andrà”. Annalucia  Cecere indiziata come possibile responsabile dell’omicidio.

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omicidio Nada Cella, riascoltato il collega del commercialista Soracco – meteoweek.com

L’omicidio di Nada Cella, definito ormai come “il delitto di via Marsala“, risale alla mattina del 6 maggio 1996, e ha avuto luogo a Chiavari (GE). Teatro del delitto è lo studio del commercialista Soracco, dove lavorava la vittima e situato al secondo piano di uno stabile di via Marsala 14. Il caso è ancora oggi irrisolto, ma pare che dagli ultimi sviluppi gli inquirenti possano essere finalmente sulle tracce del responsabile.

La svolta pare finalmente arrivare dopo ben 25 anni dal ritrovamento del cadavere di Nada. Nei giorni scorsi, la Procura avrebbe individuato la persona rea di aver ucciso la giovane segretaria. Si tratterebbe di Annalucia Cecere: la Procura sostiene, infatti, che potrebbe essere proprio lei la persona che, con un oggetto pesante mai ritrovato, avrebbe colpito a morte la segretaria, sulla scia di un movente sentimentale. L’ipotesi degli agenti è che la donna nutrisse del sentimento per il commercialista Soracco, e provasse quindi gelosia e senso di rivalità nei confronti di Nada. La stessa Cecere, tuttavia, ha ribadito più volte (insieme a suo marito) di essere innocente: “Fatemi pure il Dna, fate gli accertamenti che volete, non ho nulla a che vedere con quella ragazza. Non ho niente da nascondere“.

Le minacce e gli insulti della Cecere

La donna, oggi maestra in pensione a Cuneo ma un tempo collaboratrice domestica a Chiavari, è finita sotto i riflettori di un caso mai chiuso. Cecere è infatti indiziata come possibile responsabile dell’omicidio di Nada Cella, sua rivale in amore. In una vecchia intercettazione telefonica, la maestra disse a Soracco di “provare schifo” per lui, mentre il giorno dell’omicidio sarebbe stata vista da due testimoni “fuggire con espressione sconvolta ad alta velocità da via Marsala” in sella ad un motorino – mezzo poi sequestrato durante la perquisizione della sua casa di Cuneo.

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Nada Cella – meteoweek.com

Oltre agli esami sul DNA, oggi la Procura di Genova si prepara all’eventualità di un processo indiziario. Nella raccolta di elementi a carico della donna  entreranno anche i suoi messaggi (sia scritti che vocali) inviati nell’estate del 2019 ad Antonella Pesce Delfino, la criminologa che ha fatto riaprire il caso. “Se ti ripresenti qui il mio cane ti spappola viva, hai capito?“, è possibile ascoltare nei messaggi inviati da Cecere, insieme a una lunga serie di altri insulti.

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“Ci sarà la botta, una cosa che riguarderà il suo studio”

Ma a finire sul tavolo delle indagini è anche una frase pronunciata – secondo quanto raccontato dal collega e amico – dal commercialista Marco Soracco. I fatti risalgono al 23 aprile 1996, ovvero due settimane prima del delitto. I due commercialisti si trovano a un corso serale di aggiornamento sulle nuove tipologie del contenzioso tributario, e al termine della lezione decidono di andare a bere insieme. Come spiegato dal collega nelle ultime dichiarazioni, Soracco avrebbe quindi raccontato all’amico di una “botta” presso il suo studio. “Stavamo quasi per lasciarci, ormai era circa mezzanotte. All’improvviso lui mi disse, ‘e poi ci sarà la botta’, una cosa che riguarderà il suo studio, e che avrei appreso notizie anche dai giornali. La signorina o la segretaria se ne sarebbe andata, e allora a quel punto siccome continuavo a non capire gli dissi perché mi dici queste cose, che uso devo farne?”, ha raccontato l’uomo agli inquirenti. E ha aggiunto: “Lui rispose di farne l’uso che ritenevo. Tanto quando la cosa si sarà calmata, si saprà”.

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Simili parole erano state inizialmente prese come prova del possibile coinvolgimento diretto di Soracco, anche se oggi gli inquirenti possono leggerle in modo ben diverso. Le autorità sono infatti convinte che Annalucia Cecere, indagata per omicidio aggravato, volesse sostituirsi a Nada Cella, per questioni di gelosia o perché convinta di dover ottenere un risarcimento. Soracco, che temeva uno scandalo e la rovina della reputazione del suo studio, ha tuttavia sempre smentito la testimonianza dell’amico, ribadendo più volte che il collega aveva travisato le sue parole. Sul caso, però, deve ancora essere fatta chiarezza, e gli investigatori sono al lavoro sulla pista che conduce al possibile coinvolgimento della maestra in pensione.

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