Esplosione a Ravanusa, chi sono le vittime. Ancora dispersi, è corsa contro il tempo

Esplosione a Ravanusa, chi sono le vittime rimaste travolte e uccise dalle macerie. Si contano ancora i dispersi, è corsa contro il tempo. La testimonianza di un sopravvissuto: “Come la bomba atomica”.

Esplosione a Ravanusa - meteoweek.com
esplosione a Ravanusa – meteoweek.com

Dramma quello avvenuto nella serata di ieri, sabato 11 dicembre, a Ravanusa, in provincia di Agrigento. Fortissima l’esplosione che ha portato al crollo di quattro palazzine e al danneggiamento di altre tre, provocata da una forte perdita di gas. I soccorritori sono riusciti a estrarre due donne vive dalle macerie, Giuseppa Montana e Rosa Carmina, mentre si contano in totale tre vittime – un uomo e due donne – e in sei risultano ancora dispersi.

Le vittime, i dispersi, la corsa contro il tempo

A perdere la vita in questo spaventoso incidente sono stati Pietro Carmina, Enza Zagarro e Liliana Minacori. Contrariamente a quanto comunicato in un primo momento dalla Protezione Civile, non sarebbe stata ancora individuata una quarta vittima. Ancora si contano, però, i dispersi. Liliana Minacori era un’insegnante della scuola materna mentre Pietro Carmina era docente di storia e filosofia al liceo classico Ugo Foscolo di Canicattì.

“È improvvisamente andata via la luce, poi sono venuti giù il tetto e il pavimento“, ha raccontato Rosa Carmina, una delle due superstiti del crollo della palazzina di Ravanusa e parente di una delle vittime.  La palazzina è crollata a seguito di una esplosione dovuta a una fuga di gas dalla condotta, ma la donna ha precisato “Non ho sentito alcun odore di gas nei giorni scorsi”.

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E drammatico è anche il racconto di un altro sopravvissuto, Calogero Bonanno, un docente che vive a Palermo e che ieri sera si trovava a casa dei suoceri a Ravanusa, in via Trilussa. “È stato spaventoso. Sembrava una bomba atomica, abbiamo anche pensato che un aereo fosse caduto qui vicino. Siamo vivi per miracolo”, ha esordito il docente. E ha poi proseguito: “Mia moglie stava allattando la bimba di 4 mesi quando abbiamo sentito lo scoppio e abbiamo pensato che l’edificio si fosse spostato. Subito con gli altri due miei figli, di 5 e 11 anni, siamo scesi per strada. C’erano vetri e fiamme ovunque. Tutti gli infissi scoppiati. Non capivamo se ci fosse stato il terremoto. La paura è stata tanta. Siamo davvero vivi solo per miracolo”.

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Si tratta ormai di una corsa contro il tempo, necessaria per “riuscire a salvare le persone disperse” e “che ci costringe a lavorare con la massima cautela”. Questo quanto riferito dall’ing. Salvo Cantale, responsabile team Usar dei vigili del fuoco che si trova sul luogo del disastro a Ravanusa. “Stiamo rimuovendo le macerie, solo dopo potremo accertare i motivi della violenta esplosione”, ha riferito Cantale. Nel frattempo, è stato annunciato che la Protezione Civile invierà personale per supporto psicologico. A Ravanusa, inoltre, già la notte scorsa è stato costituito il Centro coordinamento soccorsi.

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