“L’obbligo over 50? Un compromesso politico”: la frase che inchioda il governo

La battuta di Guido Rasi, consulente del Commissario per l’emergenza Covid Figliuolo, rivela la reale consistenza della presa di posizione del governo.

Obbligo Vaccinale
Obbligo Vaccinale

L’obbligo di vaccinazione anti Covid per gli over 50 è più basato “su un compromesso politico che sui numeri epidemiologici. L’obbligo a questo punto o si fa o non si fa. Non capisco come il virus discrimini tra uno che ha 49 anni e mezzo e uno che ne ha 50″: queste le parole di Guido Rasi, consulente del Commissario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo, intervenuto come ospite della trasmissione ‘Agorà’ su Raitre. Una dichiarazione che non sorprende, ma che rivela molto sul tipo di percorso che sta affrontando il Governo e sulle priorità che si sta ponendo.

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La battuta, sfuggita o volutamente espressa da Rasi, spiega fondamentalmente una cosa: la decisione di introdurre l’obbligo vaccinale per gli over 50 non risponde ad una precisa esigenza sanitaria. Si voleva proteggere, per dire, la popolazione anziana, quella che – statistiche alla mano – è più a rischio? Obbligo per gli over 70. Si volevano tutelare i lavoratori impossibilitati allo smart working? Obbligo vaccinale in tutti i luoghi di lavoro, a prescindere dall’età. Si voleva tutelare chi è “fragile” per patologie e condizioni mediche? Obbligo per tutti coloro i quali sono affetti da quelle determinate malattie.

Obbligo vaccinale "over 50", decisione debole del Governo Draghi
Obbligo vaccinale “over 50”, decisione debole del Governo Draghi

Insomma, nell’ottica di voler combattere la pandemia allargando il numero delle persone vaccinate si potevano assumere decisioni con una logica. Addirittura, se il governo avesse ritenuto l’aumento del contagio (anche se al momento ci sono dei dubbi che sia questa la giusta chiave di lettura dell’andamento pandemico) un reale pericolo sanitario, anche l’obbligo vaccinale generalizzato sarebbe stata una decisione coerente con una presa di posizione. Naturalmente con una conseguente assunzione di responsabilità.

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Invece questa “decisionicchia”, oltre a far aumentare la tensione e il senso di oppressione in chi è contrario al vaccino, potrebbe non spostare nulla o quasi dal punto di vista sanitario. Ma evidentemente non era quello l’obbiettivo primario: il governo Draghi ha un tallone d’Achille, che è l’assurda composizione della maggioranza che lo sostiene. Dalla sinistra alla Lega le posizioni sono opposte, e ciò che unisce i partiti è l’esigenza di scaricare le responsabilità a qualcuno in grado di gestirle (cioè Draghi) e la necessità di accontentare l’UE per mettere le mani sui soldi del Recovery Fund/Pnrr. Con la possibilità di un passaggio di Draghi al Qurinale il governo rischia di non tenere: bisogna accontentare tutti, almeno un pò. E tra chi spinge per vaccinare tutti (il centrosinistra, con il ministro Speranza in testa) e chi per motivi di sondaggi e di elettorato deve strizzare l’occhio al variegato mondo no Greenpass (e cioè la Lega, che è in lotta con Fratelli d’Italia per la leadership nel centrodestra), ecco che una mezza decisione può trovare il consenso necessario – in Parlamento – per tirare avanti un altro pò. Ma non veniteci a parlare di difesa della salute pubblica: l’impressione è che, in questi quasi due anni di pandemia, non sia mai davvero stata il primo problema da risolvere.

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