Emanuele Costantino intercettato: «L’omicidio di Diabolik lo stava a fa’ a me»

Il gip ha convalidato il fermo di Giuseppe Molisso il 13 dicembre scorso, considerato il mandante dell’agguato.

Una frase che non lascia dubbi e che potrebbe far pensare che ad aver tentato di uccidere Emanuele Costantino e suo fratello Alessio, il 13 luglio scorso, in viale dell’Alessandrino a Roma, sia stato Raoul Esteban Calderon. La stessa persona considerata responsabile della morte di Federico Piscitelli, conosciuto come «Diabolik».

L’intercettazione

La frase che Emanuele Costantino avrebbe pronunciato è: «L’omicidio de Diabolik uguale, me lo stava a fa’ a me. Identico». Tale frase è stata riportata all’interno dell’ordinanza con cui il GIP ha convalidato il fermo di Giuseppe Molisso, considerato il mandante. Parole che, si legge, fanno pensare che Emanuele Costantino «abbia verosimilmente ricondotto a Calderon – che aveva agito a volto scoperto – anche l’agguato consumato ai propri danni e del fratello Alessio». E, per questo motivo, avrebbe citato l’omicidio di Piscitelli. Particolarmente importante per il gip è anche la conversazione intercettata e avvenuta tra i genitori dell’obiettivo dell’agguato. La madre ha detto: «C’ho i brividi solo a pensarci».

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Il GIP, nell’ordinanza, sostiene che la famiglia di Emanuele e Alessio Costantino sappia, in realtà,  molti dettagli in più sull’agguato e sulle persone coinvolte ma che non abbiano ancora detto nulla per paura. Inoltre, si sottolinea come «le modalità e le ragioni dell’agguato sono tipiche del metodo mafioso del controllo del territorio». Giuseppe Molisso, inoltre, comunicava con Raoul Esteban Calderon attraverso telefoni criptati.

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