Covid, Crisanti: “Contagi in discesa, momento migliore per riaprire tutto”

Torna a parlare Andrea Crisanti che in un’intervista dichiara: “Tenere il certificato verde oggi è una decisione politica e non sanitaria”.

Per Crisanti “tenere il certificato verde oggi è una decisione squisitamente politica e non sanitaria” – Meteoweek

“La curva è in discesa perché tanti si sono vaccinati di recente e perciò questo è il miglior momento per riaprire tutto e non capisco la prudenza del governo, a meno che non vogliamo davvero che si organizzino ristoranti, scuole e palestre no vax”. È quanto dichiara al quotidiano “Libero” Andrea Crisanti, spiegando che “ormai tutti quelli che era possibile far vaccinare lo hanno fatto e il restante 5-10% non è convincibile e non penso che un Paese democratico possa marginalizzare a lungo il 10% della popolazione“.

Contagio calato grazie al vaccino, non alle restrizioni

“Il contagio è calato grazie al vaccino e non alle restrizioni”, afferma il microbiologo – Meteoweek

Il contagio è calato grazie al vaccino e non alle restrizioni, che sono le stesse di 4 settimane fa, quando viaggiavamo al ritmo di 250mila nuovi positivi al giorno – continua il microbiologo – e i divieti non avevano impatto sulla pandemia. Come il Green Pass, che è servito a far immunizzare le persone ma non a impedire la trasmissione del virus. Per questo dico che tenere il certificato verde oggi è una decisione squisitamente politica e non sanitaria, giustificata dalla determinazione del Governo di tenere fino in fondo la linea, dallo choc iniziale delle bare di Bergamo e dal non voler dare la sensazione che tutto sia finito, ma non dalla curva della pandemia”.

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“Tra cinque mesi – prosegue Crisanti – l’effetto del vaccino sarà scemato e potremmo avere più contagiati. Il punto è che non c’è capacità di interpretare questo momento: si tratta una fase endemica come fosse pandemica. Quello che si può affermare con certezza è che, con i vaccini e la diffusione del virus controllata abbiamo di fatto raggiunto un’immunità di gregge. Però non si sa quanto durerà. Certo, la cosa ottimale sarebbe trovare un vaccino che offra una copertura definitiva, come per le altre malattie infettive. Le persone anziane e quelle fragili fisicamente, nel senso con malattie gravi, potrebbero dover fare la quarta dose. Parliamo di oltre tre milioni e mezzo di ultraottantenni più altri quattro milioni di malati oncologici, diabetici, cardiopatici”. Per quel che riguarda i non vaccinati ultracinquantenni, ai quali viene impedito di lavorare, “le restrizioni non hanno senso ora che il virus sta diventando endemico”.

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Meglio riaprire ora che tra sei mesi, perché così si favorisce il processo che porta il virus a diventare endemico. Può sembrare un paradosso, ma se tu chiudi fino ad arrivare a contagi zero, poi come riapri l’epidemia riesplode, perché il Covid non è circolato e la popolazione non si è immunizzata abbastanza. È un po’ quello che è successo nell’estate di due anni fa. Conviene positivizzarci tutti un po’ alla volta e mantenere senza traumi l’immunità di gregge. Il problema è la letalità. Anche il morbillo è endemico, ma solo in un caso su mille rischia di essere letale. Così il Covid, quando diventerà endemico non smetterà di uccidere, ma colpirà solo i fragili. Per questo nella nuova fase si potrebbe vaccinare solo loro. Va trovato il farmaco anti-Covid, che al momento ancora non c’è, ma al momento sarebbe sbagliato rinunciare alla quarta dose: a fragili e anziani conviene sempre immunizzarsi”, conclude il virologo.

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