Strage Bologna, procura chiede l’ergastolo per Bellini

Nell’ambito del nuovo processo ai mandanti della strage, la procura ha chiesto il massimo della pena per Bellini

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La Procura di Bologna, nell’ambito del nuovo processo ai mandanti della strage del 1980, ha chiesto l’ergastolo per Paolo Bellini, ritenuto uno degli esecutori della carneficina, insieme a Francesca Membro, Luigi Ciavardini, Giuseppe Valerio Fioravanti, e Gilberto Cavallini. Tra gli imputati, anche se defunti, ci sono il leader della P2 Licio Gelli, Umberto Ortolani, l’ex capo Ufficio Affari Federico Umberto D’Amato e il senatore Msi Mario Tedeschi. Secondo i sostituti procuratori Prato e Palma, essi sono «il livello superiore decisionale», che si occupò di architettare la strage e poi la finanziò con 5 milioni di dollari tolti al Banco Ambrosiano.

Il capo di imputazione a carico di Bellini, che in passato fu indagato e assolto, è giunto nel 2019, dopo che i legali dell’associazione familiari delle vittime hanno scoperto un video amatoriale, rimasto occultato per 40 anni, in cui si nota un uomo sul primo binario, dopo lo scoppio della bomba, che dalle rilevazioni della fisionomia eseguite dalla Scientifica, hanno individuato «con elevato grado di probabilità» che potrebbe trattarsi dell’imputato. A detta dell’accusa, contro Bellini vi sarebbero “macigni probatori”.

La nuova inchiesta sulla strage

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Tra i suddetti macigni probatori, vi sarebbe l’alibi precostituito, ossia l’aver organizzato un viaggio al Passo del Tonale con i suoi familiari proprio nel giorno della strage. L’ex moglie lo ha identificato nel video girato da un turista tedesco e ha così smantellato il suo alibi raccontando che Bellini andò a prenderla a Rimini, dove lei lo stava attendendo con i figli, verso ora di pranzo e non alle 9 della mattina come raccontò anni fa.

La donna ha inoltre ammesso di aver mentito a causa del pressing del suocero, fascista che aveva relazioni con i Servizi e con la destra eversiva. In una intercettazione del 1996, Carlo Maria Maggi,  condannato per la strage a Brescia, fece riferimento a quella di Bologna parlando di «sto aviere…che portava la bomba» e Bellini era in possesso di un brevetto da pilota.

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Gli indizi raccolti contro di lui sono supportati anche dalle coperture dei servizi segreti dal 1975, quando assassinò a Reggio Emilia il militante di Lotta continua, Alceste Campanile. L’inchiesta per quel delitto per anni deviò su una finta pista rossa per via di un telex del Sid.

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In merito ad altri due imputati, l’ex carabiniere Piergiorgio Segatel. sotto inchiesta per depistaggio, e l’immobiliarista Domenico Catracchia per false info ai pm, la Procura ha chiesto di condannarli, rispettivamente, a 6  e 3 anni e 6 mesi, cui si aggiunge l’aggravante per «aver mentito per ostacolare le indagini sul più grave attentato terroristico dal secondo dopoguerra. Un attentato contro lo Stato democratico».

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