Delitto di Stefano Leo ai Murazzi, il killer mira al vizio di mente. Perito difesa: «Disturbo paranoide»

Delitto di Stefano Leo ai Murazzi, il killer mira al vizio di mente. Perito difesa: «Disturbo paranoide»

Stefano Leo-meteoweek.com

L’assassino di Stefano Leo, assassinato ai Murazzi di Torino tre anni fa, mira al vizio di mente tramite una perizia difensiva in merito al suo stato psichico 

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L’assassino di Stefano Leo, morto ai Murazzi a Torino tre anni fa, mira al vizio di mente tramite una perizia difensiva che descrive il suo stato psichico. La condizione mentale del killer, Said Mechaquat, condannato dalla Corte d’Appello all’ergastolo per l’omicidio di Leo, occorso il 23 febbraio 2019 senza alcun apparente motivo, è stata discussa in tribunale.

Oggi il processo ha riavuto luogo e Said è sotto accusa per stalking ai danni dei suoi ex datori di lavoro. La difesa ha chiesto l’intervento del perito Enzo Giovanni Bosco, che ha confermato come secondo il suo parere professionale, l’imputato soffra di un vizio parziale di mente.

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Si tratta di una tesi non accolta nel corso del processo per il delitto di Stefano Leo. Il perito ha avanzato l’ipotesi che i suoi colleghi, nell’emissione della diagnosi, potrebbero aver preso sotto gamba «il vissuto del soggetto prima del 2018».

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Basilio Foti, legale che si occupa della difesa del killer, ha commentato che «quando c’è stato il confronto fra i periti, il professor Bosco era malato ma purtroppo non era stato disposto un rinvio dell’udienza». Il perito della difesa ha detto che Said soffrirebbe di un disturbo paranoide della personalità e ha aggiunto che i guai hanno avuto inizio «nel 2016».