Covid, Crisanti: “Mascherine al chiuso: sì per i fragili, ma impatto è trascurabile”

Il virologo torna a farsi sentire sui temi caldi della pandemia, dalle mascherine in classe fino alle nuove varianti e al Green pass.

Le mascherine, spiega Crisanti, sono utili per le persone a rischio. Ma nel complesso hanno un impatto poco significativo.

È possibile che le mascherine in classe rimangano fino a giugno per gli alunni dai sei anni in avanti. Un tema sul quale ha voluto dire la sua Andrea Crisanti, il microbiologo di Padova diventato uno dei volti noti della pandemia. Interpellato da “La Verità”, l’esperto ha detto che la mascherina a scuola va bene “se l’obiettivo è proteggere i soggetti fragili”. Ma se lo scopo “è arginare la diffusione del virus, invece, non hanno capito niente”, afferma Crisanti. Questo perché, spiega lo scienziato “l’impatto di utilizzare la mascherina a scuola è zero: i ragazzi appena escono se la levano”.

A giudizio del virologo sul piano epidemiologico l’impatto di una misura come questa è “inutile” e “trascurabile”. Si tratta più che altro di un “problema psicologico”, non di una misura adottata sulla base di un dato statistico. “Le mascherine a scuola possono avere il fine di proteggere il personale scolastico”, dice. Ma poi “i ragazzi si muovono, stanno nei corridoi, si mischiano”. Senza contare che poi gli studenti, una volta fuori dalla scuola, si levano le mascherine.

Crisanti: mascherine importanti per proteggere i fragili

Il vero problema, continua Crisanti, si presenta per le persone fragili. Come negli ospedali dove, difatti, la mascherina al chiuso resterà. A scuola, per via della “dinamicità molto superiore” delle situazioni, diventa più difficile isolare e proteggere i soggetti fragili. Ad ogni molto la scuola, afferma l’esperto, “ha l’obbligo morale di difenderli“. La mascherina è importante per proteggere le persone vulnerabili. Ma “dal punto di vista della trasmissione globale” del contagio “la mascherina non ha nessun impatto, chiosa Crisanti.

Il virologo tocca poi il tema della vaccinazione che, spiega, “non ha nulla a che vedere con la trasmissione” del virus. “Sono due cose completamente distinte”, precisa Crisanti. Che dice di essere “contrarissimo” agli insegnanti non vaccinati relegati negli scantinati anche col tampone negativo.

Crisanti torna poi sulle mascherine. A fine mese scadrà l’obbligo di portarle al chiuso e ancora non è dato sapere se verrà prolungato o meno. Per l’esperto le mascherine vanno indossate dai soggetti fragili e da chi sta loro vicino. Mentre per gli altri è un “controsenso“, dice, metterle per “andare al supermercato” quando poi “allo stadio le persone si accalcano, cantano, si abbracciano, o vanno al bar, al ristorante, in discoteca”.

I rischi delle varianti e l’impatto del Green pass sul contagio

C’è poi la questione delle varianti del virus. Crisanti ribadisce che “a un tale livello di trasmissione, se c’è una variante un po’ più trasmissibile dell’altra, non è che dobbiamo stare qui a stracciarci le vesti”. I guai sorgerebbero, spiega, “se emergessero varianti in grado di infettare e causare malattia grave anche nei vaccinati”.

In ultimo c’è il Green pass, che da maggio dovrebbe uscire di scena. Anche qui Crisanti conferma la sua linea: “Come ho sempre detto, non serviva per bloccare la trasmissione ciel virus: è stato solo uno strumento per indurre la gente a vaccinarsi“, conclude l’esperto.

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