Long Covid, metà dei ricoverati hanno ancora sintomi dopo due anni

Due anni dopo aver contratto l’infezione da Covid, la metà dei pazienti ricoverati in ospedale presenta ancora almeno un sintomo.

Lo attesta lo studio di follow-up in materia finora più lungo, apparso su “The Lancet Respiratory Medicine”.

Affaticamento, mancanza di respiro e difficoltà di sonno sono i sintomi principali del long Covid – Meteoweek

A distanza di due anni dall’infezione da Covid-19, la metà dei pazienti ricoverati in ospedale presenta ancora almeno un sintomo. È uno dei dati emersi dallo studio di follow-up più lungo fino ad oggi. Lo ha pubblicato “The Lancet Respiratory Medicine”.

La ricerca ha seguito 1.192 pazienti in Cina contagiati da Sars-Cov-2 nel corso della prima fase della pandemia nel 2020. Generalmente la salute fisica e mentale dei pazienti è migliorata nel tempo. Ma l’analisi indica che in media i pazienti di Covid hanno ancora una salute e una qualità di vita peggiori in confronto alla popolazione generale.

Ciò vale in particolare per i pazienti con long Covid, che in genere presentano ancora almeno un sintomo della malattia. Tra questi l’affaticamento, la mancanza di respiro e le difficoltà a dormire. Anche a distanza di due anni dalla malattia.

I 1.192 pazienti con Covid-19 acuto sono stati curati al Jin Yin-tan Hospital di Wuhan, in Cina, tra il 7 gennaio e il 29 maggio 2020, a sei mesi, 12 mesi e due anni. Il loro stato di salute è stato valutato con esercizi di cammino di sei minuti, test di laboratorio e questionari su sintomi, salute mentale, qualità della vita legata alla salute, sul ritorno al lavoro e sul ricorso all’assistenza medica dopo le dimissioni dall’ospedale. Come gruppo di controllo è stato usato un gruppo di persone senza una storia di infezione da Covid, abbinato per età, sesso e comorbidità.

L’età media dei partecipanti era di 57 anni, il 54% erano uomini. A distanza di sei mesi dalla malattia, il 68% dei partecipanti allo studio ha ancora almeno un sintomo di long Covid. Entro due anni dalla malattia, i sintomi erano calati al 55%.

I sintomi principali ancora presenti

La metà circa dei partecipanti alla studio presentava sintomi di long Covid a due anni di distabza dal ricovero – Meteoweek

Tra i sintomi più frequenti stanchezza o debolezza muscolare. Sono calati dal 52% a sei mesi al 30% a due anni. La gran parte dei partecipanti (l’89%) è tornato al lavoro originale dopo due anni, a prescindere dal grado di gravità della malattia. Due anni dopo il Covid, chi ha avuto la malattia si trova generalmente in condizioni di salute peggiori rispetto alla popolazione generale. Il 31% soffre ancora di affaticamento o debolezza muscolare, mentre un altro 31% fatica a dormire. Questo contro una percentuale, rispettivamente, del 5 e del 14% tra chi presentava questi sintomi senza avere avuto il Covid. Chi si era ammalato di Covid aveva anche una maggiore probabilità di avere altri sintomi, tra i quali mal di testa, vertigini, dolori articolari, palpitazioni.

Quanto alla qualità della vita, i pazienti che avevano avuto il Covid hanno indicato più spesso anche la presenza di dolore o disagio (23%) e ansia o depressione (12%) paragonati a chi non aveva avuto il virus. La metà circa dei partecipanti aveva sintomi di long Covid a due anni, con una qualità della vita inferiore rispetto a quelli senza long Covid.

Riguardo la salute mentale, il 35% prova dolore o disagio, il 19% ansia o depressione. La proporzione di pazienti ammalatisi di Covid ma non col long Covid con gli stessi sintomi toccava rispettivamente quota 10% e 4% a due anni. Chi soffre di long Covid aveva più spesso problemi di mobilità (5%) o di attività (4%) in confronto a quelli senza long Covid (1% e 2%). Il 13% dei pazienti con long Covid presentava ansia, l’11% sintomi di depressione. Per i pazienti senza long Covid le proporzioni erano invece del 3% e dell’1%. Il 26% dei pazienti col long Covid ha fatto almeno una visita in ambulatorio dopo la dimissione dall’ospedale, contro l’11% senza long Covid.

I limiti dello studio

Gli autori della ricerca, però, riconoscono i limiti del loro studio. Per esempio, senza un gruppo di controllo di sopravvissuti in ospedale non legato al virus, è difficile stabilire se le anomalie riscontrate siano proprie del virus. Inoltre, essendo uno studio a centro unico dall’inizio della pandemia, i suoi risultati potrebbero non applicarsi direttamente agli esiti sanitari a lungo termine dei pazienti colpiti dalle successive varianti successive.

C’è poi il fatto che alcune valutazioni sugli effetti del Covid, comprese quelle sullo stato lavorativo e sul ricorso all’assistenza sanitaria dopo l’uscita dall’ospedale, non si sono eseguite in tutte le visite. Ciò rende possibile solo un’analisi parziale degli effetti a lungo termine in base a questi risultati.

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