Dramma Mottarone, un anno dopo i fantasmi si fanno sentire: nemmeno la pm è più salita su una funivia

Un anno dopo la tragedia del Mottarone, il cui unico sopravvissuto è il piccolo Eitan Biran, 6 anni, ecco come sono cambiate le vite delle persone coinvolte

Domani, lunedì 23 maggio, sarà trascorso un anno dalla tragica strage della funivia del Mottarone, in cui persero la vita 14 persone.

Incidente funivia Mottarone-Meteoweek.com

Un dramma sconvolgente che non può essere dimenticato. Gabriele Tadini, capo servizio della funivia, ammette:«È una cosa che non ho ancora superato, si fa fatica ad andare avanti. Io mi sono preso le mie responsabilità, ma penso agli altri, ho coinvolto tante persone. Mi affido alle mani di..», e fa un cenno indicando il cielo, chiarendo che è l’unica cosa che può fare.

Da un po’ di tempo, Tadini è stato rimesso in libertà, in attesa che cominci il processo. Ha confessato di aver disattivato il freno di emergenza con gli ormai noti “forchettoni“, per impedire stop improvvisi da parte della funivia e ha raccontato di non aver mai visto fare manutenzione al manicotto, ossia la parte in cui si è staccata la fune.

L’uomo ha trascorso i primi giorni in carcere e alcuni mesi agli arresti domiciliari, dopodiché, scaduti i termini, è tornato a uscire, ma niente è più come prima nella sua vita. L’uomo è andato in pensione ma ha detto che di certo non era così che si sarebbe immaginato di andarci.

La vicenda

mottarone-Meteoweek.com

Era il 23 maggio 2021, da poco passate le 12, quando la cabina numero 3, che stava salendo su, precipita. Si sente un forte boato, quattordici persone perdono la vita, i soccorritori accorrono e assistono a una scena straziante. Un dolore immenso che travolto questa montagna che non sarà più la stessa e che oggi ha il desiderio di ripartire, con una nuova funivia, senza però dimenticare quanto accaduto.

L’unico a sopravvivere a questo dramma è stato Eitan Biran, che lo scorso anno aveva 5 anni, e che dopo la tragica perdita della madre, del padre e del fratello di 2 anni, ha dovuto affrontare, oltre alle lesioni fisiche riportate, anche seri problemi familiari. Ora vive con gli zii paterni e le cugine in provincia di Pavia, va a scuola, tenta di condurre una vita normale. E questo, nonostante le difficoltà, a cominciare dal nonno che mesi fa lo aveva rapito per portarlo a vivere in Israele.

Quel 23 maggio 2021, i soccorsi accorsero da ogni parte, il luogo era impervio e chi era presente quel giorno, ricorda ogni attimo di quanto accaduto. La sindaca di Stresa ha definito quella tremenda giornata, “il nostro 11 settembre“. Quel giorno, il comandante dei carabinieri di Verbania, Alberto Cicognani, avrebbe dovuto salire su quella funivia con i suoi familiari, ma poi si era cambiato programma. E lì, è andato per far partire l’inchiesta. Inchiesta complicata per cui si attende la perizia attualmente ancora in corso.

Nulla è più come prima neanche per la pm di Verbania, Olimpia Bassi, che si occupa dell’inchiesta e che confessa di non essere «più salita su una funivia». E neanche per Enrico Perocchio, direttore di esercizio, che su quella funivia portava pure il figlio e che ha sempre sostenuto di sentirsi a posto con la coscienza:«altrimenti non riuscirei più a vivere».

L’uomo è tra gli indagati, in complesso 14 persone, è finito in prigione durante la notte, poi scarcerato tre giorni più tardi, e ancora appeso a un filo tra scelte altalenanti di vari magistrati per decidere se debba o meno giungere al processo a piede libero o meno. Quando si terrà un processo. Intanto l’uomo lavora per Leitner, azienda che si era occupata della ristrutturazione della funivia sei anni fa.

Luigi Nerini, imprenditore e gestore dell’impianto, che aveva assunto molta gente al suo interno, non ha più la sua funivia. Non ci sono più dipendenti, che hanno trovato lavoro altrove, e hanno ricevuto liquidazioni e stipendi arretrati dopo un’intesa non semplice tra sindacati e Ferrovie del Mottarone.

Intanto, c’è anche un’apertura in merito al risarcimento dei danni alle famiglie di coloro che hanno perso la vita in quella tragedia. La Reale Mutua assicurazioni, ha consentito di mettere a disposizione tutto il massimale e giorni fa, senza aspettare il risultato delle indagini, ha dato il via alla pratica di mediazione con le famiglie delle persone decedute in quel drammatico 23 maggio 2021.

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