Rave party, arriva la stretta: cosa rischiano adesso organizzatori e partecipanti ai raduni illegali

Le prime misure del governo Meloni introducono il “reato di rave”: punito chi organizza i raduni illegali, ma anche chi solo partecipa.

Oltre al rischio del carcere, anche multe salate e confische per chi viola il nuovo articolo del codice penale.

Rave party? Da ora in avanti per l’ordinamento italiano organizzare e partecipare ai raduni illegale diventerà un reato specifico: il 434-bis del Codice penale. Per il quale si rischiano fino a sei anni di carcere e multe salate.

La stretta sui raduni illegali è arrivata col primo Consiglio dei ministri operativo. E proprio nel giorno dello sgombero del Rave party di Modena che ha attirato migliaia di giovani. «Confidiamo nell’effetto deterrenza della sanzione accessoria della confisca obbligatoria dei mezzi che vengono usati per organizzare questi eventi», ha detto durante la conferenza stampa il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

Confisca obbligatoria

Adesso si rischia infatti di vedersi portare via camion, furgoni e anche costose apparecchiature sonore. Il ministro degli Interni rintuzza anche le critiche del Pd e del M5S per non essere intervenuto, invece, nel caso del raduno fascista di Predappio, il paese natio di Benito Mussolini. Ma per il titolare del Viminale si tratta di «cose completamente diverse».  Nel caso di Predappio, sottolinea, si tratta di «una manifestazione che si svolge da tanti anni», mentre «sul rave party c’era la denuncia del proprietario».

L’articolo 434-bis introduce quindi una nuova fattispecie di reato: «Invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica». Chiunque dovesse organizzare o promuovere l’«invasione» – commessa da più di 50 persone – verrà punito con una pena da tre a sei anni di carcere e una multa da mille a diecimila euro. La pena fino a sei anni di reclusione permette di usare le intercettazioni per prevenire l’organizzazione dei rave, che avviene quasi sempre attraverso il passaparola in chat e social ‘schermati’. Il nuovo reato introdotto con decreto legge permetterà anche di contestare il reato anche a chi soltanto partecipa al raduno illegale (anche se con pena diminuita). Sempre obbligatoria la confisca «delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato… nonché di quelle utilizzate nei medesimi casi per realizzare le finalità dell’occupazione».

Modificato il codice antimafia

Nel testo si apporta poi una modifica al Codice antimafia, allargando le misure di prevenzione personali anche a chi si rende colpevole del nuovo reato. Questo permetterà di applicare la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza anche agli indiziati dell’«invasione per raduni pericolosi».

Per il ministro degli Interni il decreto legge è rispettoso di requisiti di necessità ed urgenza «per il fatto, drammaticamente confermato nella giornata di ieri, che probabilmente l’assenza di una normativa efficace nel nostro Paese, a differenza dei Paesi limitrofi, ci rendeva vulnerabili come, ahimè, la cronaca degli ultimi anni testimonia. Si tratta di eventi – ha spiegato Piantedosi – non solo pericolosi per le stesse persone che partecipano, ma molto dispendiosi per l’impiego di forze dell’ordine che ne consegue. Sono ora previste sanzioni significative e confidiamo che la norma possa costituire deterrenza per questi eventi».

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