Non una di meno, a Roma il corteo contro la violenza sulle donne

Volti colorati, musica, e tanta passione per un corteo che ha visto sfilare migliaia di persone a sostegno di una battaglia purtroppo complessa e dai tantissimi risvolti sociali.

 

Centomila presenze secondo gli orgnizzatori per la manifestazione indetta per dire no ad ogni forma di violenza sulle donne. In vista di lunedi 25 Novembre, quando sarà celebrata la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Alla testa del corteo, uno striscione con la scritta “Contro la violenza siamo in rivolta”, le attivista che lo sostengono, indossano una maschera di Lucha Y Siesta, centro antiviolenza a rischio sfratto poiché situato in uno stabile di propietà dell’Atac che la società vorrebbe cedere.

Per comprendere cosa rappresenti in città un luogo come in effetti è Lucha Y Siesta, basta immaginare l’impatto che l’attività di chi accoglie donne in difficoltà e con esse mette in piedi progetti di solidarità condivisione e promozione culturale, può avere sull’intero tessuto sociale della città e sulla sua condizione emotiva. Progetti di inclusione, vitto e alloggio, corsi di forazione per Operatrici Antiviolenza, complicato insomma non condividere la battaglia, di queste donne e di questo corteo, quanto mai deciso a portare a casa un risultato fortemente determinante.

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Raggi Raggi tu cadrai sei i luoghi delle donne non difenderai” tra gli slogan maggiormante scanditi dai manifestanti, proprio in riferimento alla questione Atac, con il Campidoglio che vorrebbe mettere al bando il servizio svolto presso nello stabile del Buon Pastore, sede storica in zona Trastevere.

“Il contrasto alla violenza maschile contro le donne – ha dichiarato la presidente dell’associazione D.i.R.e, Lella Palladino – deve passare attraverso misure concrete, siamo stanche di approcci politici securitari e di risposte ad un problema che viene vissuto come emergenziale, mentre la violenza contro le donne è profondamente radicata nella cultura e nella struttura di questo paese. Abbiamo bisogno di una narrazione diversa – continua Lella Palladino – che venga fatta una connessa diretta tra subire violenza e discriminazione di genere. Perché c’è un problema di potere maschile che si esercita sui corpi e sulla vita delle donne”

La manifestazione ha vissuto un momento molto emozionante a Piazza dell’Esquilino, quando tutti i partecipanti, interrompendo la marcia, si sono seduti in terra per un minuto, in asoluto silenzio, per commemorare la memoria di quelle donne che non possono più parlare perchè uccise di propri partner o dai propri familiari. Alla fine del minuto, un urlo liberatorio, che ha visto poi riprendere a tutto volume la musica che accompagnava il corteo.

 

 

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