Milano, scontro filobus-camion, compagno della vittima:”Vogliamo giustizia”

Il compagno della donna di origini filippine morta in seguito al violento scontro tra un filobus ed un camion della nettezza urbana a Milano chiede giustizia

“Noi crediamo nella giustizia, io non sono parte della famiglia che ha dato in mano la questione a un avvocato e sono in attesa di avere la loro giustizia”. Lo ha detto Christian Ghinaglia, il compagno di Shirley Ortega Calangi, la donna di origine filippina di quarantanove anni morta dopo lo scontro di sabato 7 dicembre a Milano tra un filobus e un mezzo della raccolta dei rifiuti.

Lo scontro violentissimo tra un filobus dell‘Atm della linea 90/91, una delle più frequentate, e un mezzo dell’azienda di rifiuti Amsa , ruppe il silenzio di quella mattina di festa a Milano, la festa di Sant’Ambrogio. L’incidente avvenuto alle 8.09 ha coinvolto 18 persone. La donna di quarantanove anni a bordo dell’autobus fu portata al Policlinico in gravissime condizioni, secondo le prime sarebbe stata sbalzata fuori a causa dell’impatto e poi travolta dallo stesso mezzo. La arriva al Policlinico con un grave trauma cranico ed in coma.

Leggi qui – > Scontro bus-camion, il Sindaco di Milano Sala : “Se ci sono delle responsabilità ce le prendiamo”

Guarda anche – > Incidente ferroviario a Piacenza, traffico sospeso

In ospedale anche l’autista del filobus (ma senza ferite serie) e i tre dipendenti dell’Amsa che erano a bordo del camion. L’autista del mezzo per la raccolta indifferenziata, che era rimasto bloccato nell’abitacolo, ha riportato una rottura del femore, uno degli altri due operatori ecologici è finito in codice giallo al San Paolo. Un terzo dipendente Amsa, per fortuna, solo traumi minori. Alcuni passeggeri furono portati in ospedale. L’Areu dichiara la maxi emergenza, sul posto l’intervenuto dei mezzi dei vigili del fuoco, ambulanze e automediche. L’incidente è avvenuto sulla circonvallazione ovest, all’incrocio tra viale Egisto Bezzi e via Marostica.

All’origine dello scontro ci sarebbe il mancato rispetto della precedenza da parte di uno dei mezzi. Gli agenti della polizia locale hanno subito chiesto di sentire i conducenti dei mezzi, dai quali però da subito vennero fuori versioni contrastanti, quantomeno con quelle di una passeggera dell’autobus che affermò poi che il conducente al momento dello schianto fosse intento ad utilizzare il telefonino. Tra le prima azioni delle forze dell’ordine ci fu anche quella di provare a capire se e quali telecamere avessero potuto garantire la migliore visuale possibile dello schianto.

Tale azione ha messo a disposizione delle stesse forze dell’ordine e di tutta l’opinione pubblica, il video che un po’ tutti hanno potuto vedere attraverso il web. Resta quindi l’appello di Christian, quantomeno in memoria di sua moglie, unica vittima di un’incidente tanto tragico quanto assurdo.

Impostazioni privacy