Fidanzati morti in mansarda, la Procura: “Potrebbe essere stata colpa loro”

Salvavita non funzionante e un caricabatteria difettoso: ciò potrebbe essere stato fatale per Luca Manzin e Rosita Capurso, i due fidanzati morti nel loro appartamento sui Navigli.

Emergono nuovi dettagli sulla morte di Luca Manzin e Rosita Capurso. Il 22 novembre scorso i due fidanzati hanno perso la vita mentre si trovavano nel proprio appartamento sui Navigli. Ma a quanto pare, la scomparsa dei due ragazzi avrebbe delle ragioni riconducibili a responsabilità proprio da parte della coppia. Le indagini condotte dalla Procura di Milano ha infatti portato alla luce alcuni aspetti legati alla mancanza di cura e di attenzione da parte di Luca e Rosita.

Nell’appartamento si è infatti registrata la mancanza di un salvavita. Questo meccanismo interrompe automaticamente il flusso della corrente elettrica in un appartamento. E la presenza di questo apparecchio – come suggerisce il nome stesso – avrebbe potuto salvare la vita a Luca e Rosita. Proprio così, visto che il rogo all’interno della loro casa è divampato a causa del malfunzionamento del caricabatteria del monopattino elettrico in possesso alla coppia. Le indagini proseguono in questa direzione, che al momento sembra la più probabile visto che l’assenza del salvavita sta ormai per essere appurata.

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Dunque questa grave carenza rischia di rivelarsi decisiva per la morte di Luca e Rosita. Tra le altre cose, la coppia di fidanzati era anche la proprietaria dell’appartamento finito al rogo. Dunque, dal punto di vista giudiziario non ci saranno strascichi, nonostante l’apertura di un fascicolo per omicidio colposo che, però, resterà senza indagati. Gli investigatori dovranno solo accertarsi della causa del rogo: al momento tutto è legato al malfunzionamento della carica della batteria del monopattino. La prima ipotesi è la spina difettosa dell’apparecchio, in seconda istanza si valuta il guasto di una delle celle che compongono la batteria.

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