“Mi sono piaciuti i richiami all’identità italiana” La Meloni plaude Mattarella

Giorgia Meloni parla della situazione politica in un’intervista rilasciata al Messaggero. E appalude il discorso di fine anno del presidente Mattarella.

Giorgia Meloni al momento è l’unica politica che non abbia perso consensi. Anche la sua creatura Fratelli d’Italia non perde colpi, anzi, cresce nelle simpatie degli italiani .”Il 2020 sarà l’anno della libertà” si confessa Giorgia al Messaggero.

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Subito un accenno al discorso di Mattarella, per i saluti di fine anno: “è stato un discorso di alto profiloha detto – mi sono piaciuti i richiami all’identità italiana. Una visione da italiano orgoglioso, nella quale io, essendo una italiana orgogliosa, mi ritrovo con facilità. Purtroppo – continua la Meloni – il discorso del Presidente si scontra con la realtà dei fatti. Questa, a causa dell’attuale governo, è un’Italia minimale, curva su se stessa, incapace di stare a testa alta”.

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Giorgia Meloni cerca il capro espiatorio di un’Italia che fatica a rialzarsi: “La colpa è soprattutto del governo Conte – dice – che essendo unito solamente dal collante della paura e dell’interesse, non ha alcuna visione dell’Italia. Tutto – continua la Meloni – si risolve in una gara interna a chi vuole dimostrare di essere un po’ meno impresentabile dell’altro. Ma gli italiani sanno che questo governo è impresentabile nel suo complesso”.

Intervista a Giorgia Meloni: “stiamo raccogliendo i frutti di un lungo lavoro di sacrificio”

La Meloni pensa alle prossime elezioni regionali in Emilia. “E’ vero che giochiamo, per così dire, fuori casa – confida al Messaggero – ma non penso che il governo si salverà. In Emilia Romagna noi vogliamo vincere. Le liste di Fratelli d’Italia sono forti, io da qui al 27 gennaio sarò molto presente in quella regione ma sia chiaro che noi siamo prima di tutto per parlare dei problemi di quei territori e non del governo nazionale. Vogliamo dimostrare che c’è un’alternativa all’unica forma di amministrazione che i cittadini emiliani e romagnoli hanno conosciuto in questi decenni. Perché non è vero che L’Emilia Romagna funziona grazie al Pd – dice convinta la Meloni – Funzionava nonostante il Pd, potrebbe cioè funzionare moltd meglio senza il sistema di potere di quel partito che la sta soffocando”.

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I sondaggi danno per vincente Bonaccini. “I sondaggi dicevano anche che in Umbria c’era il testa a testa – replica la Meloni – Poi abbiamo vinto con 20 punti di scarto. Soprattutto dove esiste un sistema di potere consolidato, c’è una fetta consistente di cittadini che non lo dichiara ma voterà per cambiare”. La leader di Fratelli d’Italia rivolge un pensiero all’anno appena cominciato. “Il meglio deve ancora venire. Sempre tenendo i piedi per terra, stiamo raccogliendo i frutti di un lungo lavoro di sacrificio, coerenza, concretezza e serietà». Un accenno alla sinistra che è convinta che la Meloni sparisca come Fini.  “Non succederà – replica – Quello che Fini non capì è che certa sinistra ti usa in modo strumentale contro quello che considera il mostro. Ma quando dovesse riuscire nell’intento di farlo fuori, il mostro successivo saresti tu. Infatti, io non sono mai caduta nella trappola. Per me, l’avversario è la sinistra e non lo sono mai i nostri alleati di centrodestra. Sono stata la prima a difendere Salvini nella vicenda dell’autorizzazione a procedere per la nave Gregoretti e lo faremo fino alla fine, perché considero scandaloso che qualcuno venga mandato a processo per aver svolto il suo lavoro”.

Salvini e Meloni: alleati veri

Giorgia Meloni intervistata dal Messaggero. La prescrizione

La leader di Fratelli d’Italia ha le idee chiare sulla riforma voluta da Bonafede. “Penso che questa legge assurda e tremenda sia una delle chance che abbiamo per mandare a casa il governo in tempi rapidi. mi auguro che ci sia il buon senso di impedire una norma come questa, che lascerebbe le persone potenzialmente sotto processo a vita e addirittura con l’ignominia che ciò accada anche per chi è stato assolto in primo grado. E una cosa da regime comunista cinese. Quindi confido che si preferisca mandare a casa il governo, piuttosto che ammazzare lo stato di diritto in Italia”.

 

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