Rischio sul Monviso, geologi al lavoro per la prevenzione

Grande attenzione agli sviluppi ambientali. Molti studiosi si interrogano sullo stato del Monviso, montagna più alta tra le Alpi Cozie.

Monviso – meteoweek

Geologi intervenuti dopo la frana dello scorso 26 dicembre. Tra i possibili motivi individuati ci sarebbe il cedimento della roccia in combinazione con l’abbassamento di temperatura del permafrost. Lo strato perennemente gelato.

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Sul tema sono cominciati studi preventivi. Il Monviso è infatti a rischio di “possibili fenomeni importanti di frana” che potrebbero essere determinati dai cambiamenti climatici. Questo l’allarme lanciato dai geologi di Arpa Piemonte che dopo il sopralluogo effettuato a seguito dell’imponente crollo avvenuto il 26 dicembre sulla parete est. Secondo gli studi degli esperti si è ipotizzato che la causa del collasso, oltre alla fratturazione della roccia, sia la degradazione del permafrost, lo strato perennemente gelato.

La frana dello scorso dicembre

Il 26 dicembre si erano staccati 200mila metri cubi di roccia dalla parete est. Il distacco di roccia sul Monviso si è verificato alla sommità del Torrione del Sucai, a 3200 metri di altitudine e si è sviluppato fino a 2800 metri, interessando una fascia rocciosa di 45-55 metri.

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I massi di maggiori dimensione rotolati a valle sono almeno 4, con una volumetria di 150-250 metri cubi. La frana viene monitorata con grande attenzione: “Considerata la marcata fratturazione dell’ammasso roccioso nel settore già interessato dal crollo, è probabile che la parete non abbia ancora raggiunto un equilibrio”, hanno scritto i geologi nella loro relazione. Nei prossimi giorni la parete est del Monviso, la montagna da cui nasce il fiume Po, verrà ispezionata con un drone.

 

Il problema in Italia

L’Italia rimane un territorio pericoloso, purtroppo è ormai un dato di fatto.

Nel nostro Paese si concentra l’80% delle frane censite in Europa. Nel vecchio continente i fenomeni franosi censiti secondo l’indagine EuroGeoSurveys sono 800.000, mentre in Italia sono quasi 630.000. Un dato che conferma la peculiarità di un territorio geograficamente e geologicamente soggetto agli eventi franosi.

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Tante sono le ragioni per cui questo avviene. Le frane sono molto diffuse in Italia per caratteristiche geologiche e morfologiche del territorio, per il 75% montano-collinare, con elevate pendenze ed un rapido passaggio da ambienti montani a zone pianeggianti. Basti pensare alla Liguria o a diverse zone della Calabria, dove nel giro di poche centinaia di metri si passa dalla montagna al mare. Un’alternanza di tipologie di terreni che favoriscono l’instabilità.

 

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