Oscar 2020 | lo scarso numero di candidature femminili è un problema?

A qualche settimana di distanza dall’attesa “notte degli Oscar”, non sembrano placarsi le polemiche sullo scarso numero di candidature femminili.

“Gli Oscar 2020 sembrano una lettera d’amore verso film fatti da uomini bianchi sopra i 40 per uomini bianchi sopra i 40, riguardo a uomini bianchi sopra i 40”. In questa maniera molto caustica, il magazine Variety ha commentato lo scarso numero di candidature femminili per questa edizione degli Oscar.

Oscar 2020, la delusione per Greta Gerwig

L’esclusione di cui si è parlato più a lungo è certamente quella di Greta Gerwig, assente nella rosa (tutta al maschile) dei nominati per la miglior regia. Si è detto che la “concorrenza” quest’anno fosse particolarmente agguerrita. Tra i candidati, infatti, figurano nomi come quelli di Martin Scorsese, Quentin Tarantino e Bong Joon-Ho, ma anche registi recentemente tornati (o saliti) alla ribalta come Sam Mendes e Todd Phillips. Nonostante i meriti degli attuali candidati, è indubbio che a Greta Gerwig vada dato atto di essere stata finalmente in grado di “modernizzare” un classico come Piccole Donne, non solo rendendolo personale e contemporaneo, ma addirittura contribuendo a cambiare la percezione di un testo che a lungo è stato invece riproposto uguale a se stesso.

Il suo film è stato ampiamente apprezzato dalla critica (molto più di quanto non sia capitato con Joker che, paradossalmente, è però il film con più nomination quest’anno) ma evidente la campagna Oscar a suo sostegno non è stata particolarmente persuasiva. Ma se è vero che gli Oscar sono un’occasione mediatica piuttosto che un’occasione per sondare realmente la qualità cinematografica dell’anno che è giunto al termine, allora sarebbe stato giusto riconoscere quel posto ad una donna che al suo secondo film ha già dimostrato invidiabile capacita di controllo e lucidità. 

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Oscar 2020, nessuna candidatura per Awkwafina

Ma forse ancora più incredibile dell’esclusione della Gerwig è la totale indifferenza riservata dall’Academy nei confronti di un film rivelazione come The Farewell di Lulu Wang. Non solo la Wang non è riuscita ad ottenere una candidatura per sé, ma persino il suo film, pur avendo riscosso una discreta popolarità durante la stagione dei premi, non è stato minimante considerato. A tal proposito, stupisce l’assenza di Awkwafina dalla rosa delle attrici candidate. La rapper cinese si è dimostrata, dopo alcuni tentativi più o meni riusciti, capace di imporsi come un’attrice in grado di incidere profondamente nei film che interpreta, mettendo su schermo tutta l’insoddisfazione di una trentenne svogliata e nonostante ciò riuscendo a far ridere proprio con quel sentimento di infelicità e frustrazione.

Quello di Lulu Wang è un film che si regge non solo su di una sceneggiatura (scritta sempre da lei) intelligente e capace di catturare il gusto moderno del pubblico attuale, ma anche uno che fa un grande uso dello sguardo unico di Awkwafina, sempre perso nel vuoto ma attraverso il quale si può scorgere in ogni momento una vivacità contagiosa. Il film, presentato prima Sundance Festival e poi in Italia alla Festa del Cinema di Roma, non è riuscito a convincere i giurati dell’Academy.

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Oscar 2020 e il caso The Farewell

Lulu Wang, accettando l’offerta economica (non particolarmente allettante) di A24, anziché quella molto più alta proposta da uno dei tanti colossi dello streaming, ha dimostrato inoltre di possedere una grande capacità di comprendere il contesto nel quale opera. Come rivelato da lei stessa durante una delle ormai classiche “roundtable” organizzate dall’Hollywood Reporter, una giovane regista che si affida fin da subito ad un colosso dello streaming rischia di vedere il suo prodotto “inghiottito” da un catalogo che non è in grado di farlo emergere.

Scegliere invece di affidarsi ad una casa di produzione più piccola, in grado di promuovere il proprio film, permette ad una giovane artista di creare un suo “brand” (da intendersi come personalità in futuro riconoscibile dal grande pubblico). La speranza è che la Wang, nonostante la delusione degli Oscar, possa non solo continuare la sua carriera cinematografica, ma anche far sentire la propria voce, nuova ed originale, in un ambiente che ne ha un disperato bisogno.

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