Relic | Il nuovo incubo australiano con Emily Mortimer

Il termine horror è molto vago, che a sua volta lascia ai film di questo genere una vasta gamma di possibili argomenti e toni da esplorare. Mostri, fantasmi, assassini e castori zombie sono forse le paure più comuni, ma i più efficaci sono spesso quelli che prendono di mira le preoccupazioni del mondo reale.

Relic è un nuovo film proveniente dall’Australia che sembra, a un primo sguardo, un piccolo ma semplice thriller horror. Ma, sebbene riesca a creare un’atmosfera inquietante e alcune scene spaventose, termina anche con una delle sequenze più belle viste in un film horror. In meno di novanta minuti il pubblico è investito dal terrore più puro.

Relic | Di cosa parla il nuovo horror australiano?

Kay (Emily Mortimer) è una donna impegnata, ma quando riceve una telefonata secondo cui sembra che sua madre sia scomparsa, si lascia la città alle spalle e torna nella sua città natale in Australia. Sua figlia Sam (Bella Heathcote) si unisce a lei e quando la coppia arriva a casa la trovano vuota e senza la madre. Tre giorni dopo, però, quest’ultima (Robyn Nevin) ritorna con i piedi sporchi, uno sguardo tormentato e nessun ricordo apparente di dove sia stata. La donna anziana soffre di demenza e mentre sua figlia e sua nipote lottano con questa realtà, scoprono che anche qualcos’altro ha preso di mira la famiglia – ed è nelle mura del luogo che chiamano casa.

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Relic | Incubo a occhi aperti

La reliquia è un incubo tanto efficace quanto efficace che troverai che ti attira, rivela la superficie del terreno e poi inizia a spremere. Natalie Erika James fa il suo debutto alla regia qui, e mostra una comprensione immediata delle aspettative di genere mentre rifiuta di accettare i suoi presunti limiti. Il film, scritto in collaborazione con Christian White, racchiude numerose paure, silenzi inquietanti e un terzo atto terrificantemente adrenalinico in un tempo di esecuzione relativamente breve, e mentre quello da solo crea un’esperienza horror formidabile, si spinge oltre con un’emozione devastantemente reale.

Questa famiglia di tre persone costituisce quasi interamente il cast e i loro personaggi diventano chiari in breve tempo, attraverso una scrittura intelligente e prestazioni riconoscibilmente umane. Sono i nostri genitori anziani, i nostri figli – siamo noi stessi. La colpa e i rimpianti di Kay sono nostri, così come i sentimenti di rabbia di Sam verso ciò che considera ingiusto. Amano Edna, ma quando si verificano eventi inquietanti e il comportamento della vecchia diventa sempre più spaventoso, l’inclinazione a fuggire diventa molto forte.

Relic | La paura di una persona amata

Sia Mortimer che Heathcote fanno un ottimo lavoro esprimendo il loro dilemma interno e   aggiungendo nuove rughe alla tipica premessa horror che di solito lascia solo la possibilità di allontanarsi il più velocemente possibile. Ma come scappi quando è la persona amata che ti terrorizza? Il cineasta Charlie Sarroff cattura l’interno della casa con un occhio sia di familiarità che di sfiducia, poiché la casa che pensavano di conoscere diventa meno sicura e sicura, e le paure del film beneficiano di questo crescente disagio.

Relic | La paura di morire

La casa, un tempo luogo di calore e amore, ora è il luogo dove il terrore si accumula e il mistero si infittisce, e rimane una verità inevitabile: la maggior parte di noi perderà i suoi genitori prima o poi, e gli sfortunati tra noi li vedranno soffrire e restringersi davanti ai nostri occhi mentre la luce si spegne nei loro occhi. Relic è un grido angosciato di tenere i nostri cari vicini all’inevitabile oscurità.

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