Coronavirus: Primo caso in Africa. Niccolò è atterrato in Italia

Primo caso di coronavirus in Africa. Si tratta di un cittadino straniero che vive in Egitto. Continuano le polemiche Cina-Usa sui numeri, Niccolò è tornato a casa.

E’ finita l’odissea: ll volo dell’Aeronautica Militare sul quale viaggiava Niccolò, è atterrato all’aeroporto di Pratica di Mare. Ad accogliere il giovane, oltre alla sua famiglia, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Dopo lo sbarco, Niccolò è stato trasferito allo Spallanzani per la quarantena. A bordo del Boeing ha viaggiato anche il vice ministro della Salute Pierpaolo Sileri, assieme a medici ed infermieri.

Nel frattempo le autorità cinesi non hanno fornito nuovi numeri sulle vittime da coronavirus, forse è la conseguenza di ieri quando c’è stato un ‘problema’ sulla conta dei contagi. Ma la notizia di oggi è che c’è il primo caso accertato in Africa: si tratta di uno straniero di cui le autorità locali non hanno specificato la nazionalità. Il numero dei decessi complessivi si è attestato, si presume, a 1.384, considerando i 116 morti dell’Hubei e i 5 di altre province, ha precisato la Commissione sanitaria nazionale. Mentre, quanto ai contagi accertati di Covid-19, i casi totali sono saliti a 64.460, di cui 5.090 rilevati ieri (oltre 4.800 nell’Hubei).

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Ma sono numeri che non convincono gli Stai Uniti. Tensione alta con la Cina dopo la brusca revisione al rialzo fatta da Pechino delle infezioni accertate dopo il cambio dei parametri che ha spinto prima il consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow, e poi il ministero della Sanità americano a dubitare delle fondatezza dei numeri forniti. Secca la replica del ministero degli Esteri a Pechino: la Cina ha lavorato “con la comunità internazionale nel controllo dell’epidemia in modo aperto, trasparente e altamente responsabile per il bene della sicurezza della salute pubblica globale e della salute di tutte le persone”. Anche l’Oms ha respinto le critiche di Washington assicurando come Pechino stia cooperando “invitando gli esperti internazionali, condividendo le sequenze del virus e aprendosi al mondo”.

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