Coronavirus. 15 casi in Lombardia e 2 in Veneto: domani tampone per 4200

Due mesi dopo il primo caso registrato a Wuhan, il coronavirus esplode anche in Italia: 16 sono i contagiati individuati al momento tra Lombardia (15) e Veneto (2, nel Padovano) in meno di 24 ore. 4200 tamponi per gli abitanti di Vò Euganeo.

Due mesi dopo il primo caso registrato a Wuhan, il coronavirus arriva anche in Italia, e i numeri fanno paura perchè aumentano di ora in ora: 16 sono i contagiati individuati al momento tra Lombardia (15) e Veneto (2, nel Padovano) in meno di 24 ore, ma centinaia di persone che hanno avuto contatti diretti con loro sono in attesa di conoscere i risultati dei test e più di 50 mila cittadini in provincia di Lodi sono praticamente in quarantena a casa loro. La situazione è ingarbugliata il ‘caso indice’ sembra proprio sia il 38 enne di Codogno che martedì 18 si è presentato all’ospedale con sintomi influenzali ma che, al termine della visita, è stato rimandato a casa. Il giorno dopo l’uomo era tornato ed era stato ricoverato fino a giovedì sera, quando i test hanno dato il responso: positivo al coronavirus. L’uomo è gravissimo.  Gli altri contagiati la moglie, un suo amico con cui corre abitualmente, 5 tra medici e sanitari, e 3 pazienti dell’ospedale di Codogno. Gli ultimi tre positivi al momento in provincia di Lodi sono 3 anziani tra i 70 e gli 80 anni, clienti di un bar di Codogno: non hanno avuto alcun rapporto diretto con il 38 enne ma li hanno avuti con l’amico con cui corre. Sono tutti in condizione “serie”. Il nuovo paziente sarebbe una persona della zona, della quale sono ancora da ricostruire gli eventuali collegamenti con gli altri contagiati.

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Trenord ha disposto da domani la chiusura delle stazioni di Codogno, Maleo e Casalpusterlengo dando seguito all’ordinanza emessa oggi dalla Regione Lombardia che al punto 8 indica la ‘interdizione dei mezzi pubblici’. In particolare i treni della linea Milano-Piacenza non effettueranno fermata a Codogno e Casalpusterlengo; i treni della Mantova-Cremona-Milano non fermeranno a Codogno. Il servizio è sospeso totalmente sulle linee Pavia-Codogno e Cremona-Codogno. E ora i casi nel Veneto: “Queste due persone hanno avuto dei contatti in loco, non sono andate in Cina, non sono il classico caso sospetto. Venivano dall’ospedale di Schiavonia, uno dei due era curato per una normale influenza. Sono ricoverati in Azienda ospedaliera a Padova con tutte le procedure previste dalla task force – lo ha detto il governatore Zaia – Stiamo lavorando anche sul fronte dell’eventuale necessità di una struttura dedicata a eventuali contagiati, perché non sappiamo qual è l’entità del contagio. La procedura andrà a pescare tutte le persone che hanno avuto un contatto, i cittadini sono stati curati per normali patologie, sono state applicate tutte le direttive dell’Oms, si tratterà di capire che tipo di contatto hanno avuto”.

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Zaia e il ministro della Salute dettano le regole: sospensione di tutte le manifestazioni pubbliche a Vo’ Euganeo, comprese quelle di natura religiosa, delle attività commerciali ad esclusione dei servizi essenziali, e delle attività lavorative per i lavoratori residenti anche al di fuori dell’area, delle attività ludiche (anche le feste di Carnevale) e sportive, delle scuole di ogni ordine e grado, anche per gli studenti che devono frequentare le scuole al di fuori del Comune; interdizione delle fermate dei mezzi pubblici e possibilità di screening per tutta la popolazione. Le misure hanno effetto immediato per 14 giorni a partire dal 19 febbraio, giorno in cui è comparsa la sintomatologia. E’ finita dopo le 20 la riunione dell’unità di crisi convocata all’Usl 6 Euganea di Padova per l’emergenza coronavirus. Le autorità hanno predisposto un cordone sanitario attorno a Vo’ Euganeo, paese dove vivono i due anziani trovati positivi al test, con misure straordinarie. In via preventiva si è deciso di far fare il tampone a tutti i cittadini del paese e a quelli che si presenteranno in tutto il Veneto con sintomi compatibili. In totale quindi almeno 4.200 persone tra cittadini e operatori sanitari dell’ospedale di Schiavonia.

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