Altered Carbon | quello che c’è da sapere sulla seconda stagione

Come si può affrontare la morte quando la tecnologia permette di trasferire la propria anima in un nuovo corpo? Da questo interrogativo nasce la serie di fantascienza Altered Carbon, la cui seconda stagione è ora disponibile su Netflix. La serie è tratta dall’omonimo romanzo di fantascienza di Richard K. Morgan, primo capitolo della Trilogia di Takeshi Kovacs.

Se la prima stagione di Altered Carbon, serie fantascientifica prodotta da Netflix e tratta dall’omonimo romanzo di Richard K. Morgan, seguiva le influenze cyberpunk del libro da cui era tratta, indugiando molto sulla descrizione degli spazi e sul contesto urbano nel quale la narrazione si svolgeva, adesso i nuovi episodi della serie adottano un approccio alla fantascienza più classico e basato sull’avventura.

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La seconda stagione di Altered Carbon

Rispetto ai primi episodi, caratterizzati dal gusto per l’investigazione e per il giallo, la seconda stagione di Altered Carbon vira sulla fantascienza più tradizionale (arrivando ad inserire persino gli alieni) e preferendo un approccio avventuroso rispetto a quello più posato e dai ritmi dilatati del primo ciclo di episodi. La seconda stagione della serie si prende però il tempo per esplorare maggiormente il mondo di Harlan, fornendo nuovi preziosi dettagli allo spettatore e rendendo la “mitologia” dello show decisamente più convincente e coinvolgente rispetto al passato. Il Kovacs della prima stagione, interpretato da Joel Kinnaman, era un personaggio cinico e disilluso, a differenza di quello di Anthonie Mackie, motivato da un obiettivo personale e per questo spinto da una determinazione che in passato era assente.

Una serie diversa

Per aderire a questo nuovo modello narrativo, anche la gestione degli spazi, vero elemento cruciale nella prima stagione, è radicalmente cambiata nei nuovi episodi di Altered Carbon. Se la Bay City dei precedenti episodi era un vero e proprio organismo vivente, caratterizzato da un proprio metabolismo e da regole fisiologiche da rispettare, catalizzatore dell’intero racconto e punto di snodo delle varie trame, adesso la serie si rinchiude in una dimensione più intima e contenuta, privilegiando scenari meno popolati e dall’impatto scenico decisamente meno sorprendente. Rimane però inalterato il look moderno e tecnologico della precedente stagione.

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Cosa ci riserverà il futuro

Ma cosa ne sarà del futuro della serie? Richard K. Morgan, l’autore dei romanzi da cui lo show è tratto, non ha mai fatto mistero di avere in mente una storia di cinque stagioni. Ma è bene ricordare che l’annuncio di una seconda stagione era arrivato ben cinque mesi dopo il debutto sulla piattaforma del primo ciclo di episodi. Evidentemente, quindi, la serie è cresciuta nel tempo, complice anche il passaparola tra gli utenti. Se la seconda stagione dovesse rivelarsi altrettanto soddisfacente, non è escluso che Netflix possa finalmente decidere di dare maggiore respiro al progetto, che ne gioverebbe sicuramente. Le scelte narrative sembrano spesso dettate dalle contingenze, ovvero dalla necessità di creare un progetto in grado di “esistere” anche in caso di chiusura. D’altronde la formula della serie è perfetta per essere rinnovata continuamente. “Se facciamo il nostro lavoro nel modo giusto, i fan vedranno Kovacs interpretato da un altro attore e poi un altro ancora e così via in diverse stagioni perché la sua coscienza può essere trasferita innumerevoli volte in nuove custodie”, ha dichiarato la showrunner in una intervista all’Hollywood Reporter .

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