Coronavirus: La tensione sale, si rischiano migliaia di vittime

Un vaccino è ancora molto lontano e i contagi aumentano. Con essi, proporzionalmente, i decessi: i numeri e le proiezioni lasciano spazio a ben poco ottimismo. Questo non è un articolo in cui ci sono considerazioni personali, nè di redazione. Qui parlano i numeri. E purtroppo i numeri sono severi e non lasciano spazio ad interpretazioni. Alle 18:00 di ieri la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha diramato attraverso la Protezione Civile i dati aggiornati dei contagiati, guariti, in terapia intensiva e deceduti. 

(Photo by ANDREAS SOLARO/AFP via Getty Images)

I dati della Protezione Civile, quello che sappiamo

Partiamo da una premessa, molto semplice: alle 18 di ieri, martedì 10 marzo –  dati ufficiali della Protezione Civile – ci viene comunicato che gli italiani positivi al tampone per il coronavirus sono 10.149, in terapia intensiva 877, le vittime sono 631. I malati sono tutti isolati, chi nella propria abitazione, chi in ospedale. I ricoverati sono la metà dei casi positivi; quasi novecento sono in rianimazione e in gravi condizioni: sono le persone che non possono respirare autonomamente e la cui condizione è critica.

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La situazione negli Ospedali del Servizio Sanitario Nazionale

Possiamo solo immaginare la situazione nelle corsie: anche gli ospedali più attrezzati per qualsiasi tipo di emergenza, sono in affanno. Sappiamo che molte delle persone decedute in Italia erano anziane, alcune avevano gravi problemi di salute pregressi, un sistema immunitario compromesso. Ma sappiamo anche, sulla base delle informazioni fornite dall’Istituto Superiore di Sanità, che l’età media delle vittime si sta abbassando e che il contagio ormai riguarda anche una considerevole popolazione di giovani, giovanissimi e che ad essere esposti al rischio del contagio possono anche essere i neonati.

(Photo by Chung Sung-Jun/Getty Images)

Il tasso di mortalità è critico

Sulla base dei numeri forniti dalla pagina di monitoraggio globale del contagio – leggi QUI –  risulta difficile non concludere che il tasso di mortalità del coronavirus in Italia, in rapporto ai casi verificati dalle autorità sanitarie, è tra i più alti al mondo : 6,21%.  Dobbiamo considerare che il numero dei decessi è certo, prendendo come primo riferimento i dati della Protezione Civile,  mentre il dato dei contagiati è, per forza di cose, sottostimato. Tuttavia la valutazione non cambia in quanto la criticità è straordinariamente significativa, in termine di decessi, in rapporto ai casi emersi. E’ possibile pertanto che il tasso di mortalità sia destinato a scendere in rapporto al numero globale delle persone che nelle prossime settimane risulteranno positive al virus, ma quello che rileva, nelle nostre considerazioni, è il trend odierno tra il contagio “emerso” e il rapporto tra questo e l’incidenza con il tasso di mortalità tendenziale. E’ un dato non rassicurante e rimarrebbe a dir poco critico, se permane questa progressione esponenziale del virus, quand’anche la mortalità fosse contenuta su valori intorno al 3,11 %. E siamo ancora lontani in Italia da questo dato.

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Dobbiamo peraltro considerare anche la mortalità “indiretta”, ossia i decessi causati non dal virus ma dal collasso del Sistema Sanitario Nazionale qualora l’intensità del contagio congestionasse il sistema dei ricoveri. In altre parole: le vittima di un incidente stradale, fra un mese, potrebbero di fatto morire non di Coronavirus ma a causa del Coronavirus se i sanitari non avranno a disposizione i respiratori con cui intubare le persone provenienti dal luogo di un sinistro, per esempio. Ecco allora che il Coronavirus potrebbe causare decessi in maniera indiretta, ma altrettanto significativa. Al momento il SSN conta su circa 5.100 posti letto per terapia intensiva su tutto il territorio nazionale. Ora si capisce anche perché il primo grande investimento di Wuhan fu la costruzione di un gigantesco ospedale per l’emergenza: lo tirarono su in tre giorni. Mille posti letto con ambulatori per 10mila pazienti.

Le percentuali

Oggi quasi tutti i virologi e gli esperti dell’OMS parlano di una capacità di contagio del virus compreso tra il 20 ed il 70% della popolazione. Un dato che è stato ritenuto attendibile dai governi, al punto che anche la cancelliera Angela Merkel, in Germania ne ha parlato esplicitamente.

Anche il Governatore del Veneto Luca Zaia parla di cifre potenzialmente allarmanti: “Se continua così entro il 15 aprile avermo due milioni di contagiati solo in Veneto”.

Coronavirus, Merkel
Coronavirus, Merkel (GettyImages)

La proiezione

Sulla base di queste premesse pensare che il 50% delle persone che attualmente si trovano nel territorio italiano, è destinato ad ammalarsi significa che verrebbero contagiati non meno di 30 milioni di individui. Una cifra spaventosa. Il 6,22% di trenta milioni di potenziali malati è un saldo di oltre 1.8 milioni di vittime. Riducendo, in via prudenziale il tasso di mortalità, e portandolo ad un valore intorno al 3,5 % – dato purtroppo non confortato dal trend odierno – non sembra eccessivo ipotizzare uno scenario con non meno di un milione di vittime.  Per questo appare essenziale invertire la tendenza nel più breve tempo possibile risultando ad oggi le misure poste in essere dal Governo ancora troppo blande e incerte nelle ricadute pratiche.

 

Il provvedimento varato il 9 marzo, insomma, sembra in ritardo di almeno 15 giorni rispetto al caso del paziente 1. Per questo, se da una parte risulta più che mai necessario attenersi scrupolosamente alle prescrizioni, non meno importante è alzare individualmente la soglia di precauzione.

Le notizie da Whuan sembrano tuttavia indicarci in modo perentorio una via di uscita: disciplina e prudenza accompagnate da misure d’intervento straordinario come la creazione di centri autonomi per il ricovero e l’assistenza medica ai malati di Coronavirus, così da impedire alle strutture ospedaliere di collassare.

In questo proprio la Cina ora potrebbe esserci d’aiuto con l’invio di apparecchiature e di personale sanitario. Ed è alle porte anche l’estate: si spera che le alte temperature possano essere decisive nell’inversione di tendenza del contagio. Intanto, non ci stanchiamo di ripeterlo, restiamo a casa.

(Photo by Emanuele Cremaschi/Getty Images
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