#iorestoacasa con MeteoWeek | le 5 migliori rapine al cinema

Quello della rapina è sempre stato uno dei momenti più importanti all’interno del cinema d’azione e e di criminalità, quello in cui si dimostra l’amicizia e si misura la professionalità. In quei minuti ci si gioca il futuro e si rischia di perderlo definitivamente. Ma quali sono le migliori rapine mai viste al cinema?

Ecco una selezione delle migliori sequenze di rapina messe in scena per il grande schermo.

Il Cavaliere Oscuro

Chiaramente il film di Christopher Nolan dedicato al personaggio di Batman non ha nulla a che vedere con le rapine. Eppure, nonostante ciò, contiene una delle migliori sequenze degli ultimi anni. La vediamo cominciare sotto i nostri occhi avvolta in un silenzio innaturale. Poi piano piano emerge la colonna sonora, che si confonde con il rumore ambientale. In meno di 5 minuti, Nolan crea un vero e proprio intreccio interno alla rapina stessa. Una narrazione autonoma. I rapinatori non sanno chi è stato a commissionare la rapina e ognuno di loro ha l’ordine di eliminare gli altri colleghi a lavoro finito.

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Inside man

Spike Lee, al suo primo tentativo, mette in scena una rapina che non assomiglia a nulla di quello che si era visto precedentemente al cinema. Inside Man dilata all’inverosimile il momento della trattativa con la polizia, rendendola il fulcro principale della rapina, parte del piano criminale. Annulla ogni componente fisica e di azione, concentrandosi esclusivamente sullo scontro intellettuale. Un braccio di ferro durissimo tra astuzia criminale e logica di potere. La soluzione che chiude la storia è un capolavoro di inventiva ed audacia che poteva venire in mente solo ad un genio del cinema.

Rapina a mano armata

La rapina è quasi sempre uno sforzo collettivo e mai una impresa individuale. Mettere a segno un colpo richiede il contributo di diverse individualità (coordinate centralmente dalla migliore di loro nella pianificazione) e di differenti abilità dei singoli. Per questo Kubrick vedeva nella rapina la metafora del cinema stesso, in cui un regista deve coordinare tutti verso un unico obiettivo comune, impossibile da raggiungere senza lo sforzo di ogni reparto. Kubrick in Rapina a mano armata decostruisce il furto, non utilizza un racconto lineare ma mostra lo stesso evento da punti di vista differenti, caratterizzato (e scandito) da orari e luoghi che cambiano.

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Rififi

https://www.youtube.com/watch?v=cchdVmuL2fk

Il film del 1955 diretto da Jules Dassin spinse Mario Monicelli a realizzare I Soliti Ignoti, che nacque proprio come parodia di quel modo molto serio, matematico e rigoroso di mettere in scena la criminalità. Per Dassin creare una rapina per il cinema voleva dire riprendere un lavoro certosino, in cui ogni secondo conta, in cui occorre pianificare tutto ma che è sempre soggetto all’imprevedibilità a causa dell’elemento umano che lo caratterizza. Qualcuno che vi partecipa può decidere improvvisamente di non seguire i piani e mettere a rischio l’intera operazione.

Strade violente

Un regista che vuole mettere in scena una rapina è consapevole dello sforzo, sia in fase di scrittura che in quella di riprese, necessario a raggiungere una precisione pari a quella del colpo che si vuole raccontare. Lo sa benissimo anche Michael Mann, che con Strade Violente crea uno dei film di rapina meno convenzionali di sempre, che racconta la corsa verso l’autodistruzione di chi vuole fuggire dalla vita criminale con i soldi dell’ultima grande impresa.

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