Coronavirus, immunità di gregge raggiunta in Regno Unito?

L’università di Oxford ha condotto uno studio sulla diffusione del virus nel Regno. L’immunità di gregge potrebbe aver avuto luogo, con sintomi lievi o su soggetti asintomatici.

johnson immunità di gregge

Sono state formulate diverse opzioni e numerose ipotesi per quanto riguarda i metodi per sconfiggere il Coronavirus. E una delle più curiose è senza dubbio quella che ci è giunta dal Regno Unito. Parliamo dell’immunità di gregge, invocata nei giorni scorsi dal primo ministro britannico Boris Johnson. Nei giorni successivi a questa sua sparata pubblica, il premier è stato quasi costretto a effettuare una marcia indietro. Ma stando alle ipotesi formulate in uno studio scientifico, l’opzione dettata dall’immunità di gregge potrebbe avere avuto luogo.

E sarebbe stato proprio il Regno Unito al centro di questo risultato, inatteso ma sicuramente curioso. La professoressa Sunetra Gupta, docente di epidemiologia teorica dell’università di Oxford, ha condotto uno studio che porta in questa direzione. Secondo la professoressa, l’immunità di gregge sarebbe già stata raggiunta nei Paesi della Gran Bretagna. Il Coronavirus, infatti, potrebbe aver già infettato fino a metà della popolazione britannica. E qualora i risultati di questo studio venissero confermati, potremmo essere giunti a una nuova svolta negli studi di questo virus.

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La professoressa Sunetra Gupta, autrice dello studio – meteoweek.com

In caso di esito positivo dello studio condotto dalla professoressa Gupta, infatti, ci sarebbero condizionamenti anche nel trattamento dei soggetti infetti. In questo modo, meno di un individuo su mille che ha contratto il Covid-19 svilupperà sintomi tali da richiedere il ricovero in ospedale. La maggior parte delle persone contagiate, infatti, avrebbe sviluppato sintomi molto lievi o sarebbe addirittura asintomatico.

Lo studio sull’immunità di gregge

La professoressa Gupta spiega che bisogna iniziare in maniera immediata una prima analisi. Si tratta di una ricerca di tipo sierologico su vasta scala e con test anticorpali. In questo modo di potrà stabilire in quale stato dell’epidemia si trovano i pazienti che risiedono nel Regno Unito. La docente, come si legge sul Financial Times (che ha tenuto conto dello studio condotto), ha espresso parere positivo sulle misure disposte dal premier Johnson.

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Qualora arrivassero conferme positive sugli studi condotti a Oxford, ci sarebbero anche conferme sulla bontà di queste misure. Il distanziamento sociale, infatti, porta una netta riduzione del numero di malati gravi, in modo da alleggerire anche il lavoro dei medici negli ospedali quando arriverà il picco dell’epidemia. Così l’epidemia di gregge, l’ipotesi inizialmente considerata strampalata, potrebbe essere già stata raggiunta.

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