Coronavirus, Boccia: “Il 3 aprile nuovo prolungamento delle misure”

Il ministro per gli affari regionali e le autonomie fa capire che non si ripartirà venerdì. “Dobbiamo mettere la sanità in sicurezza”, dichiara Boccia. E invoca la collaborazione dell’opposizione.

francesco boccia

Si sta per chiudere una nuova settimana in Italia, anche se si fa fatica a rendersene conto. E con la fine ormai prossima del mese di marzo, ci si avvicina anche alla prima data limite in ottica emergenza Coronavirus. Venerdì prossimo, infatti, sarà il 3 aprile, giorno inizialmente stabilito dal Governo per prolungare la chiusura delle attività commerciali non di prima necessità. C’è chi si augura che dal giorno successivo le cose possano cambiare, seppur leggermente. Tuttavia dal Governo arrivano correnti di prolungamento del provvedimento, come sostiene anche Francesco Boccia.

Il ministro per gli affari regionali e le autonomie ha preso parte a un’intervista per Sky TG 24. Boccia ha fatto capire che è ancora presto per poter parlare di ritorno alla vita normale per gli italiani. “Le misure in scadenza il 3 aprile inevitabilmente saranno allungate – dichiara Boccia – . I tempi li deciderà, come è sempre accaduto, il Consiglio dei Ministri sulla base di un’istruttoria che fa la comunità scientifica. Penso che in questo momento parlare di riapertura sia inopportuno e irresponsabile. Tutti noi vogliamo tornare alla normalità, ma prima dobbiamo riaccendere un interruttore per volta“.

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Il ministro Boccia fa capire che è necessario mettere in sicurezza tutti gli ambienti per il momento chiusi. Anche perchè, per quanto ci si può attendere un miglioramento della situazione nei prossimi giorni, è necessario migliorare la qualità delle strutture sanitarie in caso di nuovo crollo. “Voglio dirlo a chi dice di aver fretta, prima mettiamo in sicurezza la sanità e le terapie intensive triplicandole, poi lentamente, ripartendo da alcune attività produttive, riaccendiamo un interruttore per volta. Poi toccherà anche alla popolazione e non escludo che gli scaglioni anagrafici possano essere un metodo“.

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Boccia e le competenze delle regioni

Boccia ha parlato anche del rapporto tra il Governo nazionale e gli enti regionali. Secondo il ministro che ha come competenza proprio il rapporto con le regioni, l’apporto dell’esecutivo Conte è stato inevitabilmente decisivo. Anche perchè in alcuni territori, la situazione sanitaria non era delle migliori. “Se l’autonomia è sussidiarietà è un conto, se l’autonomia è fare da soli perché si pensa di fare meglio la risposta è ‘no perché crolli’. Nessuna Regione ce l’avrebbe fatta da sola, sarebbero crollate tutte. Se non ci fosse lo Stato non ci sarebbe quasi nulla se non le cose che erano nei depositi, anche abbastanza modesti e piccoli sui territori“, ribadisce il ministro.

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A proposito di mascherine, Boccia prosegue: “I ministri Di Maio e Guerini hanno fatto un lavoro straordinario. Esteri e Difesa stanno lavorando a tempo pieno per assicurare l’arrivo di mascherine da tutto il mondo. Abbiamo ordinato oltre 150 milioni di mascherine dalla Cina, le prime sono già arrivate e ora arriveranno ogni settimana. Sono sicuro che per quanto riguarda i dispositivi personali nel giro di alcuni giorni la crisi sarà sicuramente superata. Durante un’emergenza uno Stato ha la forza di acquistare in giro per il mondo ed è una forza che non hanno le Regioni“.

Una parte consistente del Paese oggi è abbastanza in sicurezza – prosegue Boccia – . Siamo partiti con l’organizzazione delle Regioni a 5324 posti in Italia di terapia intensiva un mese fa, oggi siamo già quasi a 9000, sono quasi raddoppiate. Nel giro di una settimana saremo al 100% e lo abbiamo fatto grazie al contributo dello Stato“. Il ministro conclude lanciando un invito ai partiti dell’opposizione: “Mi aspetto un contributo rispetto all’emergenza e sta arrivando spesso, il nostro impegno nell’ascolto è totale. Se qualcuno durante l’emergenza trova il tempo di ipotizzare cambi di Governo penso che debba risponderne alla propria coscienza e al proprio equilibrio psichico, perché parlare di un nuovo Governo in piena emergenza penso che non sia molto naturale. Poi dopo faremo i conti, quindi saranno gli italiani, l’opinione pubblica e i mezzi di informazione ad analizzare l’operato, i limiti, gli errori e le virtù del Governo. Adesso si marcia tutti insieme poi dopo ci sarà il confronto politico e parlamentare“.

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