Fase 2, Musumeci: no alla quarantena, ma pronti a tracciare turisti in Sicilia

La fase 2 avanza e il 3 giugno l’Italia si riaprirà alla mobilità interregionale. Anche la Sicilia si prepara, e il governatore Musumeci espone la linea: “Nessuna quarantena, ma Sicilia sicura è il nostro motto”.

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(Foto di Carmelo Lenzo, da Getty Images)

E’ fatta, il 3 giugno in Italia sarà possibile spostarsi su tutto il territorio nazionale liberamente, senza autocertificazioni di alcun tipo. Permettere lo spostamento tra regioni sembra essere anche una mossa inevitabile, se si pensa che il 3 giugno l’Italia riaprirà anche le sue frontiere, consentendo l’arrivo di cittadini provenienti dall’area Schengen senza obbligo di quarantena. Questo non vuol dire, però, che ci sia un allentamento dell’attenzione. Anzi, alcune regioni italiane sembrano intenzionate, nonostante l’apertura della stagione e (si spera) del settore turistico, a mantenere alti i controlli. Tra queste, la Sicilia. Il governatore della Regione Sicilia Nello Musumeci ha infatti fatto sapere, in un’intervista al Corriere: “Dio sa quanto mi senta legato ai lombardi. Mio fratello da mezzo secolo vive a due passi da Monza. Ma anche Sala sa che un protocollo di sicurezza è interesse del viaggiatore”.

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Poi precisa subito: l’idea non è di mettere chiunque arrivi dal nord in quarantena, ma di consentire delle misure di tracciamento in grado di monitorare gli spostamenti e gli eventuali contagi. Riguardo alla quarantena, Musumeci ribadisce: “Ovviamente no. Ma ‘Sicilia sicura’ è il nostro motto. E per questo occorrerà verificare la provenienza, l’esistenza di eventuali casi sospetti nel nucleo familiare, indicare giorno dopo giorno la tracciabilità della presenza del turista”. Secondo Musumeci, si tratta di misure tutto sommato accettabili da parte di turisti e cittadini, visto lo stato di emergenza ancora attivo che si è abbattuto sull’Italia e sull’Europa. “Ricordo soltanto che siamo al centro di una pandemia. E che tutto il resto appare davvero piccola cosa”. Ma non tutti sembrano d’accordo, soprattutto all’interno del Governo. Il ministro Francesco Boccia ha già specificato: è una decisione che spetta alle competenze dello Stato, non a quelle regionali. Musumeci risponde: “Non sto parlando di libera circolazione, ma di chi liberamente viene in Sicilia e accetta la collaborazione con le autorità sanitarie locali”.

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Nel frattempo anche il governatore della Campania Vincenzo De Luca sembra allentare i toni. E’ intervenuto di recente nella trasmissione di Massimo Gramellini, Aspettando le parole. Alla domanda sulla possibilità di accogliere a Positano l’arrivo di lombardi, il governatore ha risposto: “Credo proprio di sì”. Ma resta polemico sulla gestione dell’emergenza: “Siamo arrivati a questo 3 giugno tanto per cambiare nel modo peggiore, in un clima di incertezza, di confusione. Dal Governo mi sarei aspettato l’assunzione di un criterio oggettivo e semplice: cioè nei territori del Paese – io non parlerei più di Regioni per evitare polemiche – dove per un mese di fila si registrano più di 200 casi di contagio al giorno è ragionevole che ci sia una limitazione della mobilità”.

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Poi De Luca ha risposto al sindaco di Milano Beppe Sala. Il sindaco di Milano aveva commentato le limitazioni ai lombardi annunciate da alcune regioni, affermando che verranno tenute presenti, in futuro. De Luca ha risposto: “E’ stato un momento di confusione. A Beppe Sala, persona stimata ed amica, suggerirei di non lanciare questi anatemi. Lasciamo perdere queste cose. Noi abbiamo un rapporto di grande amicizia con tutti i cittadini, vorremmo tuttavia salvaguardare le nostre comunità dal coronavirus”.

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