Gallipoli, lanciano sedie e tavolini dal balcone di un hotel: denunciati due rapper

A Gallipoli si è scatenato il caos in hotel: sono stati denunciati per disturbo alla quiete pubblica due noti rapper. Di ritorno dalla discoteca, in evidente stato di alterazione, avrebbero creato scompiglio in hotel. I due avrebbero anche gettato sul balcone del piano di sotto due sedie e un tavolino. 

rapper gallipoli

Per i due artisti che hanno creato scompiglio in un hotel di Gallipoli la decisione del questore di Lecce è stata immediata e perentoria: Daspo per tre anni. Così, i due rapper, non potranno tornare a Gallipoli per tutta la durata della Daspo. I due sono stati infatti denunciati per disturbo della quiete pubblica, a causa delle vicende avvenute nella notte tra il 6 e il 7 agosto. I due sarebbero tornati in hotel in evidente stato di alterazione, dopo una serata in discoteca. Stando a quanto riportato i rapper si trovavano in Salento per una serata di intrattenimento musicale. Alla fine dell’evento si sarebbero recati nella struttura intorno alle 4:30 di mattina. A quel punto avrebbero iniziato a mettere in subbuglio l’hotel, provocando anche numerosi disagi agli altri clienti: tra urla e grida, avrebbero iniziato a bussare in maniera molesta alle porte incrociate durante il tragitto.

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Poi il loro ingresso in stanza: i rapper avrebbero iniziato a lanciare suppellettili dal balcone della camera. Tra gli oggetti scaraventati, due sedie e un tavolino di ferro. A quel punto è scattata la lamentela dei clienti, che si sarebbero recati dal titolare chiedendogli di avvisare la polizia. Gli agenti, una volta giunti nella struttura, avrebbero anche effettuato una perquisizione nelle camere dei due rapper, scovando anche quattro grammi di marijuana. Così è partita la vera e propria denuncia per disturbo della quiete pubblica, unita alla segnalazione al prefetto. Poi alcune aggravanti, tra cui i precedenti penali legati alle sostanze stupefacenti, che avrebbero incentivato l’ok per il foglio di via obbligatorio del Questore della Provincia di Lecce, a causa del quale i due non potranno più metter piede a Gallipoli per tre anni.

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(Foto di Rafael Yaghobzadhe, da Getty Images)

Intanto aumenta la preoccupazione per la situazione coronavirus, anche a Gallipoli, dove il sindaco inizia a pensare a una controffensiva per rafforzare il rispetto delle misure di sicurezza: più investimenti (presi dai fondi della regione Puglia) per incrementare la vigilanza privata sulle spiagge pubbliche. A parlarne è direttamente Stefano Minerva, che afferma: “Ancora non lo abbiamo fatto, ma a breve lo faremo. Quando in un paese di 20mila abitanti si riversano 80-100mila turisti non è facile controllare tutto, ci stiamo provando ma non è semplice”. E a proposito dell’appello volto a intensificare i controlli da parte del presidente di regione Emiliano, Minerva risponde: “Ci stiamo già provando, la polizia locale ogni giorno è impegnata nei controlli nelle aree più a rischio, ma capirà bene che controllare tutto è impossibile”.

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Si tratta di problematiche che non riguardano solo Gallipoli, ma che sembrano trasversali a tutte le zone la cui movida è particolarmente attrattiva. A Catania, ad esempio, proprio di recente un ragazzo di 17 anni è risultato positivo al coronavirus. Il problema è che aveva partecipato a una festa in spiaggia, insieme ad altre 1.000 persone. In Sardegna, a Carloforte, dopo la quarantena imposta a 45 persone, il primo cittadino ha vietato “tutte le iniziative di intrattenimento musicale al fine di limitare quanto più possibile le occasioni di assembramento”. Poi, anche in questo caso, l’appello del sindaco “ad evitare lo svolgimento di feste e ricorrenze private”. Infine la stretta: “Non saranno più consentite serate danzanti siano o meno in discoteca”.

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