La contromossa di Conte: se Renzi si sfila, impossibile nuovo governo con Iv

Proseguono e mosse e contromosse in quella che può ormai esser definita una crisi di governo (anche se non ufficializzata formalmente). A ribaltare la situazione, il contrattacco di Conte lasciato trasparire da Palazzo Chigi: se Italia viva ritira le ministre, non sarà possibile creare nessun governo con i renziani. Ergo, nessun Conte ter con Italia viva. 

crisi governo conte - meteoweek.com
MeteoWeek.com (da Getty Images)

Nessun Conte ter con Italia viva. E’ questa l’ultima presa di posizione di Palazzo Chigi – si legga Conte – nei confronti di quella che può ormai esser definita una vera e propria crisi di governo (seppur non formalizzata ufficialmente). Mentre Italia viva continua a paventare un ritiro delle ministre, Giuseppe Conte contrattacca, facendo trapelare che se i renziani decidessero di andare fino in fondo, non sarà possibile creare nessun nuovo governo con Italia viva. Lanciato il contrattacco, la maggioranza si è ricompattata, e Italia viva ha fatto sapere di non esser interessata a un Conte ter, ribadendo di esser pronta a tornare all’opposizione. Insomma, strappato il cerotto, un riallacciamento dei rapporti sarebbe impossibile. L’avvertimento si legge anche come totale chiusura ad accordi di sorta: nel caso in cui Italia viva decidesse di ufficializzare una crisi al buio, sarebbe al buio completo. Nessun rimpasto, dunque, nessun patto di legislatura, nessun Conte ter e nessun cambio premier con la stessa maggioranza. Insomma, parlando chiaramente Giuseppe Conte (probabilmente consigliato da Goffredo Bettini) cambia le carte in tavola: se Italia viva vuole far cadere il governo, lo faccia pure, ma sia chiaro che il partito non deve stare necessariamente in maggioranza. A quel punto resterebbero solo due scenari per uscire dalla crisi: la ricerca di una nuova maggioranza in Parlamento senza Italia viva e il voto.

Leggi anche: Recovery Plan, via libera del governo: ma Italia Viva si astiene

La forchetta si restringe

Due scenari uno più ostico dell’altro. Tornare alle urne in questo momento provocherebbe una quantità di problematiche ingestibili a livello economico, sanitario e finanziario, e resta dunque lo scenario più improbabile. Ormai anche il Pd ha ufficializzato la sua contrarietà al voto anticipato. La forchetta di possibilità si restringe sempre di più, allora, e l’unica via resterebbe il primo scenario: la ricerca di una nuova maggioranza in Parlamento che faccia a meno di Italia viva. Su questo punto fanno da scudo le tre altre componenti di maggioranza. Fanno muro soprattutto i 5 Stelle, ormai convinti che nel mirino di Matteo Renzi ci siano, in realtà, proprio Giuseppe Conte e il Movimento. E fanno muro anche Leu e Pd, con il segretario del Partito democratico Nicola Zingaretti che avrebbe affermato: “Se il vaso si rompe non si rimettono insieme i cocci”.

Leggi anche: Bettini, frecciata a Renzi: “Non ha le idee chiare”. E se avesse ragione?

Le (tante) domande senza risposta

In realtà, la forchetta di possibilità si stringe a parole, ma lo scenario attuale assomiglia più a una matassa da sbrogliare. Tante le domande che attendono risposta per individuare – effettivamente – gli sviluppi futuri, al di là delle dichiarazioni. Giuseppe Conte andrà alla conte in Aula? Se sì, crede di aver trovato i numeri per rimanere in sella con parlamentari responsabili in grado di sostituire Italia viva? Qualora i parlamentari responsabili non ci fossero, sarebbe difficile attribuire lo stesso peso alle attuali parole di Conte (“Se Renzi si sfila, impossibile un nuovo governo con Italia viva”). Senza i responsabili, queste dichiarazioni di principio per un futuro Conte ter cadono. A quel punto potrebbe tornare l’antico fantasma del governo tecnico, ma anche qui è necessario rispondere a una domanda: Matteo Renzi ha già in mano un’alleanza diversa per far nascere un governo tecnico o di scopo? Insomma, rotta la maggioranza, da che parte sta l’opposizione? Intanto Giuseppe Conte sembra voler prendere tempo prima di parlamentarizzare la crisi, probabilmente per individuare un gruppo di responsabili abbastanza solido da garantirgli di restare a capo dell’esecutivo. Intanto la partita a scacchi prosegue, mentre fuori il Covid ha ucciso altre 616 persone.

Impostazioni privacy