Ora Mattarella chiede di accelerare e Conte cerca una nuova maggioranza. Ma quale?

Dopo il ritiro delle ministre di Italia viva nella giornata di ieri, si cerca ora di capire come superare questa crisi di governo ormai formalizzata. Un quadro sulle trattative e dichiarazioni in corso dopo l’uscita di Italia viva, e una prospettiva sugli scenari futuri che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dovranno prendere in considerazione. 

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MeteoWeek.com (da Getty Images)

La crisi è stata formalizzata. Nella giornata di ieri il leader di Italia viva Matteo Renzi ha annunciato – durante una conferenza stampa – il ritiro delle ministre di Italia viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti. Sarà ora necessario comprendere come superare la crisi di governo ormai aperta, con numeri in Parlamento estremamente instabili per la creazione di una nuova maggioranza che faccia a meno di Italia viva. Un vero e proprio stallo: da un lato il premier Conte che aveva già ribadito: “Se Renzi si sfila, nessun nuovo governo con Italia viva“; dall’altro il leader di Italia viva Matteo Renzi che si dice pronto a ragionare su tutto, tranne che su un governo con i populisti di destra. Insomma, Italia viva non esclude l’apertura di un tavolo e la permanenza del partito in maggioranza. Queste le dichiarazioni ufficiali, in realtà l’obiettivo principale di Renzi sarebbe la creazione di un governo istituzionale senza la guida Conte. In sostanza, Conte chiude a Renzi e Renzi (almeno nello scenario più auspicabile) vorrebbe chiudere a Conte. Stando a quanto riportato dal Corriere, il nome che Renzi ha in mente sarebbe quello di Luciana Lamorgese.

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Mattarella e nuove maggioranze

Ora toccherà anche al presidente della Repubblica Mattarella gestire questa situazione di stallo, attualmente senza maggioranza e senza intese. Al momento Mattarella fa sapere di voler lasciare la palla completamente nelle mani di Conte, ribadendo il suo ruolo di arbitro e non di consigliere politico. Ora dunque spetterebbe al presidente del Consiglio trarre le conclusioni dalle ambigue dichiarazioni di Renzi, proponendo una contromossa credibile. Solo successivamente verrà il turno di Mattarella, che intanto avrebbe affermato in un tu per tu con Conte: “Cercate di uscire velocemente dalla condizione di incertezza in cui versa il governo, c’è l’allarmante situazione causata dalla pandemia da affrontare… Per il resto, la sintesi sta a lei“.

Già, ma come? Secondo quanto riportato da Marzio Breda del Corriere, Giuseppe Conte potrebbe parlamentarizzare la crisi andando alle Camere, come annunciato più volte, ma con una manovra di questo tipo si presenterebbe nelle Aule con una crisi al buio, senza avere effettivamente la conta dei responsabili in mano per la creazione di una nuova maggioranza. La conta andrebbe fatta nelle Camere. Oppure Conte potrebbe presentare le dimissioni al Quirinale, sperando in un respingimento o in un reincarico immediato: intanto guadagnerebbe tempo per trovare una quadra nella creazione di una nuova maggioranza. Infine, Conte potrebbe chiedere la fiducia in Parlamento, ma a quel punto dovrebbe aver già trovato i nuovi responsabili. Tutti e tre gli scenari richiedono tempo, mentre Mattarella ribadisce che di tempo non ce n’è più. Così come non c’è più spazio per maggioranze raccogliticce e fragili, fanno sapere dal Quirinale. E allora la situazione si mette male.

I famosi responsabili

Facendo qualche conto, a proposito di maggioranze raccogliticce, alla Camera non dovrebbero esserci grossi problemi in caso di una conta nelle Aule. Il problema sono ancora e di nuovo quei fatidici 18 posti del gruppo Psi-Italia viva in Senato. La maggioranza necessaria sarebbe 156, e contando il gruppo Misto e i senatori di Italia viva si arriverebbe a 166. A questi vanno aggiunti i 6 senatori a vita. Insomma, i voti necessari in Senato sarebbero 11. Ma si tratta del minimo indispensabile per dare il via a una nuova maggioranza, troppo instabile però per sopportare il peso e le tensioni di un vero e proprio esecutivo al lavoro. Per questo sono necessari i famosi responsabili, che potrebbero arrivare da Fi o da fuoriusciti da altri gruppi parlamentari, e che dovrebbero – secondo il presidente Mattarella – creare un gruppo parlamentare a parte. Intanto Calenda, leader di Azione, si sfila prima ancora della conta: se il premier si presentasse in Senato non otterrebbe nessun appoggio da parte dei senatori di Azione Matteo Richetti ed Emma Bonino. “Non c’è nessuna possibilità di discutere. L’unica possibile soluzione è che ci sia un governo di salvezza nazionale“, afferma Calenda.

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