Recovery Plan: i 5 passaggi chiave per superare l’esame di Bruxelles

Il Recovery Plan e gli ostacoli che dovrà superare per arrivare al 30 aprile, scadenza per la presentazione del piano a Bruxelles.

Il Recovery plan, approvato nella notte tra il 12 e il 13 gennaio dal Governo, approderà a breve alla Commissione Bilancio della Camera. L’obiettivo è di arrivare in Aula per metà febbraio con il voto sulle risoluzioni. Sarà un dibattito parlamentare molto acceso che dovrà affrontare l’attuale – o il futuro – presidente del Consiglio.

È questo il percorso deciso dalla conferenza dei capigruppo di Montecitorio che però non è affatto scontato. E non solo per la crisi di Governo aperta il 13 gennaio. Dalle audizioni e dal confronto con i partiti di maggioranza ma anche dell’opposizione arriveranno non pochi suggerimenti a rivedere il piano.

maggioranza e opposizioni su recovery plan

Suggerimenti e rivisitazioni inevitabili al Recovery Plan da opposizioni e maggioranza

Come ha fatto notare Renato Brunetta, responsabile economico di Fi – il nuovo regolamento per il Recovery approvato l’11 gennaio dalle commissioni Bilancio e Affari economico del Parlamento europeo rende inevitabile la correzione del piano italiano, visto che sono state riviste perfino le regole di calcolo per l’erogazione dei sussidi a fondo perduto (grants). «Questa è una occasione da non perdere. Abbiamo la possibilità di rendere la proposta approvata a Palazzo Chigi non il Piano del Governo ma dell’Italia». L’esponente di Forza Italia tifa per la collaborazione tra maggioranza e opposizione.

Ma tra gli alleati del centrodestra, Lega e FdI, prevale lo scetticismo. «Il Governo lo ha chiamato Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) perché con parole a effetto pensa di poter impressionare gli italiani, ma più che resilienza richiede una grande pazienza e la speranza che il governo vada a casa». Ma anche nella maggioranza (se tale resterà) non mancano le sollecitazioni. A partire da Iv, il partito di Renzi, protagonista della crisi, che ritiene ancora insoddisfacente il Piano, tant’è che le due ormai ex ministre di Iv, Bellanova e Bonetti, si sono astenute.

La corsa contro il tempo e l’iter lungo e tortuoso da affrontare per presentare il piano

Un dibattito parlamentare molto acceso in una corsa contro il tempo, poichè la scadenza è il 30 aprile. Termine ultimo per la presentazione del piano a Bruxelles. Se non siamo già in ritardo, poco ci manca. Vanificati i disegni di arrivare largamente in anticipo rispetto a quella scadenza da un iter di prima elaborazione tortuoso e a tratti misterioso, ora bisogna trottare. Né aiuterà il fatto che nessuno aveva visto il piano fuori delle segrete stanze di governo. Il confronto con le parti sociali non c’è stato almeno finora, nè è stato calendarizzato. Nonostante Conte lo ritiene sacrosanto, almeno a parole. Sarà però un altro passaggio non facile, vista l’importanza del piano per il futuro dell’economia del Paese.

Bisogna aggiungere che la partita è cominciata solo per il documento centrale del Piano ma che i documenti collaterali o integrativi sono della stessa importanza, forse ancora più importanti. Anzitutto, il disegno della governance per l’attuazione del piano, vi è la scelta fra una task force o una delega a un ministro, che già è costata una crisi politica (lo scontro fra Renzi e Conte partì da lì).

Servirà un decreto e se nascerà un nuovo governo  (anche un Conte ter), questo sarà oggetto della trattativa. Per non parlare del necessario decreto legge per procedure eccezionali, senza le quali concludere gli investimenti infrastrutturali e verdi entro il 2026 resterà un sogno. Infine un aspetto che spesso si trascura: il Pnrr è un piano di investimenti e riforme e le riforme indicate nel piano (fisco, Pa e giustizia) bisogna farle o almeno dare chiari segnali che ci si incammina su quella strada.

Le prossime tappe del Recovery Plan prima dell’esame di Bruxelles

Un complesso e tortuoso iter ad ostacoli fino al 30 aprile, prima del difficile esame di Bruxelles. Sarà un esame duro che risponderà a quattro criteri principali: rilevanza del piano rispetto agli obiettivi comunitari (ambiente e digitale), coerenza, efficienza ed efficacia. La commissione avrà otto settimane e altre quattro il Consiglio per ratificare. Senza intoppi il piano potrebbe arrivare a luglio e solo allora scatteranno gli anticipi che per l’Italia valgono circa 20-21 miliardi.

1 – Alle Camere
DISCUSSIONE E VOTO IN PARLAMENTO

Le Conferenze dei capigruppo di Montecitorio e di Palazzo Madama dovrebbero riunirsi per sancire l’avvio del percorso del Recovery Plan: prima le commissioni Politiche Ue daranno i loro pareri e approveranno una relazione, poi le Aule voteranno le risoluzioni. Scadenza: settimana dell’8 febbraio

2 – Governance, semplificazioni e riforme
I PROVVEDIMENTI INTEGRATIVI

Dopo l’approvazione la Ue vorrà garanzie che alle riforme inserite nel Piano (giustizia, fisco, Pa) corrispondano misure concrete. Ancora da risolvere il nodo della task force per l’attuazione e quello di procedure accelerate per tagliare i tempi degli investimenti

3 – Gli incontri
CONFRONTO CON LE PARTI SOCIALI

Imprese e sindacati
Ancora nessun calendario di incontri. Il 12 gennaio il ministro dell’Economia Gualtieri aveva detto: il Recovery «richiede la partecipazione di tutti gli attori del Paese, è fondamentale il coinvolgimento delle parti sociali e della società civile, che vogliamo avviare subito dopo il Cdm»

LEGGI ANCHE: Conte vuole portare la crisi in Parlamento, ecco i numeri del Senato

4 – Dopo il voto parlamentare
LE CORREZIONI AL PIANO

Il secondo passaggio in Cdm
Concluso il confronto con le parti sociali e quello parlamentare, il governo approverà la versione definitiva del Piano da mandare a Bruxelles. Sarà quindi necessario un secondo passaggio in Consiglio dei ministri. Nello stesso Cdm potrebbero andare i provvedimenti integrativi ancora mancanti

LEGGI ANCHE: Matteo Renzi apre la crisi di governo, ma “nessuna pregiudiziale a Conte Premier”

5 – Le istituzioni europee
IL TERMINE EUROPEO DEL 30 APRILE

Il ruolo di Commissione e Consiglio
I governi devono presentare un piano di utilizzo dei fondi entro il 30 aprile. La Commissione Ue ha 2 mesi per l’ok. Poi il Consiglio ha 4 settimane per dare il suo benestare. Bruxelles chiederà l’accordo del comitato economico e finanziario (i direttori del Tesoro), che risponde in 4 settimane.

Impostazioni privacy