Chiude a chiave in casa il figlio e gli amici: 52enne a processo per sequestro di persona

Feltre, festa tra amici finisce male. Il giudice di Belluno riformula l’accusa: da violenza privata a sequestro di persona aggravato. La compagna ha già patteggiato 10 mesi, ma entrambi sono a processo anche per altre accuse

Chiude a chiave in casa il figlio e gli amici: 52enne a processo per sequestro di persona

Chiude a chiave il figlio in casa con sei amici durante una festa: padre 52enne a processo per sequestro di persona. Succede a Feltre, in provincia di Belluno. Protagonisti sette ragazzi, alcuni dei quali minorenni, e il padre di un di loro, L.M., di 52 anni. Lo riporta Il Gazzettino. L’uomo, assistito dall’avvocato Ylenia Pocaterra, è stato rinviato a giudizio davanti al Tribunale di Belluno, mentre la sua compagna dell’epoca – la 45enne moldava N.Z., avvocato Erminio Mazzucco – ha patteggiato 10 mesi con pena sospesa per violazione di domicilio. Le famiglie di due dei sette ragazzi «segregati» in casa, si sono anche costituite parte civile contro L.M. e sono rappresentate dai legali Luca Caputo e Roberta Resenterra.

Da violenza privata a sequestro di persona

Inizialmente l’accusa formulata dalla Procura nei confronti dell’imputato era di violenza privata. Ma nell’ultima udienza, il gup Edoardo Zantedeschi, dopo aver letto il capo d’imputazione, lo ha riqualificato in sequestro di persona aggravato, trasmettendo poi gli atti al collegio davanti al quale si celebrerà il dibattimento. Prima udienza il 26 maggio. Si tratta – come sottolinea Il Gazzettino – di un differenza sostanziale. Perché il reato è molto più grave e, nel caso di minorenni, prevede una pena dai 3 a 12 anni di reclusione.

Stando alla ricostruzione del quotidiano veneto i fatti risalirebbero alla sera del 21 aprile 2018. Uno dei ragazzi decide di dare una festa a casa sua, un appartamento lasciato dal nonno dove vive da solo, a Feltre. Ma il clima di festa dura poco. Dopo poco inizia a bussare con insistenza alla porta N.Z., seguita dal compagno L.M., padre del ragazzo. Quest’ultimo, una volta che l’uomo e la compagna entrano in casa, viene colpito da una scarpa in faccia e si rompe il labbro. La coppia inizia quindi a inveire contro i ragazzi. Uno di loro, sostiene il pm, viene addirittura preso per il collo dalla donna e spinto verso il divano. Poi la 45enne moldava prende un manico di scopa e lo punta alla gola del giovane, minacciando i presenti. Per quei fatti la donna ha già patteggiato la pena.

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Coppia imputata in un altro processo

Il compagno, il 52enne L.M., deve invece rispondere di sequestro di persona. Secondo l’accusa ha infatti aiutato la donna a tenere rinchiusi in casa i ragazzi, dicendo loro che avrebbe chiamato i carabinieri e li avrebbe fatti finire nei guai. Il tutto va avanti fino alle 23, quando i due iniziano a «liberare» i ragazzi una coppia alla volta. Ma non finisce qui. Perché sia L.M. che N.Z. sono imputati anche in un altro processo, riporta Il Gazzettino, nel quale dovranno rispondere per altre accuse davanti al giudice Anna Feletto. La vittima è sempre il figlio dell’uomo.

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