Niente zona gialla fino al 1 maggio? Le ipotesi sulle riaperture dopo Pasqua

Se la gestione delle fasce di rischio sta creando battito interno all’interno della maggioranza, ancor più sfumati sono i contorni di quello che potrebbe accadere dopo Pasqua: un’ipotesi sul tavolo, al momento, prevede un mantenimento della stretta, con fascia gialla bloccata, almeno fino a maggio. Ma dentro la maggioranza è scontro tra aperturisti e rigoristi. 

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MeteoWeek.com (da Getty Images)

Mentre si cerca di comprendere quali saranno i cambi di fascia decisi in base al rapporto settimanale sui contagi, il governo cerca anche di elaborare una strategia per il “dopo Pasqua”, attraverso un provvedimento che dovrebbe entrare in vigore dal 7 aprile. E le tensioni sono più o meno le stesse che avevamo già imparato a conoscere con il governo Conte II: la lotta tra rigoristi (Speranza, Pd e M5s) e aperturisti si ripropone, con l’unica differenza che, forse, questa volta sarà un po’ più aspra, vista l’entrata del centrodestra nella maggioranza. La contrapposizione si consuma anche sull’ipotesi di reintrodurre la zona gialla, al momento sospesa dall’attuale decreto. Gli aperturisti, Lega e Forza Italia, auspicano una reintroduzione della zona gialla il prima possibile, con conseguente riapertura di bar e ristoranti. Tuttavia i dati al momento non sembrano incoraggianti, e potrebbero anche dar ragione ai rigoristi, che invece sostengono lo stop alla zona gialla almeno fino al primo maggio.

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Il punto della situazione

Nella giornata di ieri il presidente del Consiglio Mario Draghi ha convocato il ministro della Salute Roberto Speranza e i membri del Cts Silvio Brusaferro e Franco Locatelli per fare un punto della situazione contagi. L’idea del premier sarebbe quella di incentivare un aggiornamento costante sulla curva dei contagi, in modo da poter valutare in maniera tempestiva qualche ipotetica riapertura. Ma se e solo se ci saranno meno contagi. Su questo punto Speranza avrebbe riferito: “Le misure hanno funzionato e la curva dei contagi è in fase di stabilizzazione” ma “non ne siamo ancora fuori, la fase epidemica resta molto accesa. Servono ancora misure di contenimento, con oltre 500 morti al giorno non mi sembra il caso di parlare di riaperture”. E infatti, al momento, almeno una cosa è certa: il Cts del Conte II aveva ipotizzato una riapertura di cinema e teatri per il 27 marzo, ma ora sappiamo che quella riapertura non ci sarà. Il Cts del governo Draghi continua a esser preoccupato dal numero dei contagi, e una riapertura il 27 marzo sembra ormai sempre più lontana.

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Nodi da sciogliere

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Al momento non c’è nulla di certo, però, sulla conformazione che assumerà il nuovo Decreto legge di aprile per il periodo post-pasquale. Tutto ciò che sappiamo è che il Cts chiede un mantenimento delle restrizioni almeno fino al 15 aprile. Per questo, in queste ore, si sta parlando dell’ipotesi di applicare una proroga della zona rossa per una o due settimane dopo il lockdown. Ma anche su questo punto ci sono diverse versioni. Ad esempio il Messaggero parla dell’ipotesi di una proroga del lockdown fino a inizio maggio. Eppure una dichiarazione del ministro Speranza sul sistema di zone di rischio lascerebbe ben sperare: “Credo che questa scelta sia la più efficace a rendere le misure proporzionali alla differente situazione epidemiologica dei territori. Per cui sì, sarà confermata”. Sottinteso: numeri permettendo.

E infatti, proprio a proposito degli spostamenti tra regioni dopo il 6 aprile, Speranza afferma: dipenderanno “dal quadro epidemiologico, ma i nostri scienziati confidano che le misure adottate e il numero sempre più ampio di persone immunizzate possano migliorare la situazione in tempi non troppo lunghi”. Eppure, anche se è necessario aspettare per capirci qualcosa in più, un’altra cosa la possiamo dire: le varie ipotesi sul tavolo del governo non prevedono una immediata riapertura delle regioni dopo il 6 aprile. E’ più probabile che si tratti di un obiettivo da raggiungere, piuttosto che di un liberi tutti di inizio aprile.

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E proprio a proposito degli obiettivi da raggiungere nelle riaperture, al primo posto troviamo certamente la scuola. A sottolinearlo è stato lo stesso premier Draghi nel suo discorso a Palazzo Madama: “Mentre la campagna di vaccinazione prosegue è bene cominciare a pensare alle riaperture. Se la situazione epidemiologica lo permette, cominceremo a riaprire la scuola in primis. E cominceremo a riaprire le scuole primarie e la scuola dell’infanzia anche nelle zone rosse allo scadere delle attuali restrizioni, ovvero speriamo, subito dopo Pasqua”. L’idea sarebbe di incrementare il tracciamento all’interno delle scuole, attraverso tamponi rapidi effettuati il primo giorno di scuola e ripetuti una volta a settimana. In caso di positività, il piano al vaglio prevede poi un tampone molecolare a tutta la classe.

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