Stefano Barilli, il cadavere senza testa nel Po: era sparito come Alessandro Venturelli

Il cadavere rinvenuto senza testa nel Po è di Stefano Barilli, il giovane scomparso a Piacenza lo scorso febbraio. In tasca sono stati ritrovati i documenti e un biglietto che annunciava la volontà di togliersi la vita. Il suo allontanamento da casa era stato collegato a quello di Alessandro Venturelli, coetaneo di Sassuolo di cui ancora non si hanno notizie.

Stefano Barilli
Stefano Barilli, 23 anni, era scomparso da Piacenza a febbraio scorso – meteoweek.com

Le speranze della famiglia di Stefano Barilli si sono spente. Il ventitreenne, allontanatosi a febbraio scorso dalla sua abitazione a Piacenza, è stato ritrovato privo di vita. Il cadavere decapitato rinvenuto nel Po aveva con sé i documenti e un biglietto in cui veniva manifestata la volontà di suicidarsi. La sua scomparsa era stata collegata a quella di Alessandro Venturelli, ventunenne scomparso a Sassuolo a dicembre. I due sembravano essere stati avvistati insieme alla stazione centrale di Milano. Da lì l’ipotesi – portata avanti anche dal programma Chi l’ha visto – che fossero stati avvicinati da una setta e fossero fuggiti insieme volontariamente. Anche le mamme avevano ammesso la somiglianza. La pista era stata tuttavia smentita quando i due ragazzi ripresi dalle telecamere di sorveglianza avevano rivelato di essere i protagonisti delle immagini. Adesso è dunque tutto da rifare. Mentre uno dei due giovani è stato infatti ritrovato, la sparizione dell’altro resta un mistero.

Il ritrovamento di Stefano Barilli

Il cadavere di Stefano Barilli è stato ritrovato nella tarda mattinata di sabato 17 aprile sul versante lombardo del Po, a Caselle Landi, tra le province di Lodi e Cremona. Era in evidente stato di decomposizione e senza la testa. Il ventitreenne piacentino era scomparso lo scorso 8 febbraio. Le condizioni in cui il corpo è stato rivenuto confermerebbero che potrebbe essere morto poco dopo l’allontanamento dalla sua abitazione. Gli inquirenti hanno al momento escluso la possibilità che la vittima possa essere stata decapitata. “Nessun giallo sul fatto che il corpo fosse senza la testa. I pesci hanno aggredito la parte più esposta“. Lo ha affermato il procuratore di Lodi, Domenico Chiaro.

Gli agenti della Scientifica, nelle tasche del ventenne, hanno ritrovato i documenti e un biglietto. “E’ un suicidio, nessuno mi ha costretto a farlo“, si legge scritto in stampatello e con la firma. Le forze dell’ordine di Modena, tuttavia, vogliono vederci chiaro. Il gesto volontario – seppure al momento la più plausibile – non è l’unica ipotesi al momento al vaglio. Gli esami autoptici, in programma nelle prossime ore, chiariranno le cause del decesso.

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Le ricerche di Alessandro Venturelli

Dopo la conferma della tragica morte di Stefano Barilli, continuano a proseguire le disperate ricerche di Alessandro Venturelli. “Sono senza parole, mi aspettavo un epilogo completamente diverso. Esprimo tutta la mia vicinanza a Natascia, la mamma di Stefano. Per mio figlio Alessandro continuo a sperare, le due storie sono diverse, non credo abbia mai pensato di fare un gesto estremo“, ha detto la mamma Roberta Carassai a seguito della notizia. I due drammi familiari si erano intrecciati, probabilmente per errore. Adesso l’augurio è che la storia del ventitreenne scomparso a dicembre scorso possa concludersi in modo differente.

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Alessandro venturelli Stefano Barilli
Alessandro Venturelli, 21 anni, scomparso a Sassuolo – meteoweek.com

Per quanto riguarda Alessandro Venturelli dunque non è possibile ancora escludere la pista relativa ad una setta. Il giovane originario di Sassuolo, in base alle testimonianze degli amici, era “facilmente influenzabile”. È per questa ragione che potrebbe essere stato plagiato e isolato. Le indagini per sequestro di persona sono state avviate. Tantissimi però sono ancora i dubbi sono da chiarire. Dal ritrovamento della sua Ford Fiesta con lo sportello del lato passeggero aperto fino alla pista svizzera, secondo cui il giovane sarebbe oltre i confini dell’Italia.

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