Recovery Fund e campagna elettorale: la delusione di Virginia Raggi

La sindaca è delusa, ma in realtà a Roma serve molto di più che una iniezione di danaro: serve un progetto a lungo termine e molto coraggio.

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Recovery Fund e campagna elettorale: la delusione di Virginia Raggi – www.meteoweek.com – Virginia Raggi, sindaca di Roma. Credit: Archivio Meteoweek

Meno della metà dei fondi richiesti. Questa la situazione della Capitale d’Italia, per quanto riguarda la distribuzione dei soldi europei che arriveranno prossimamente grazie al Recovery Fund. Il Campidoglio aveva richiesto 25 miliardi di euro, di cui 12 da stanziare nella mobilità di Roma. Eppure – verosimilmente – ne arriveranno solo nove. E di questi, solo 500 milioni saranno dedicati alle infrastrutture e ai mezzi di trasporto pubblico. Ma perché?

Innanzitutto, c’è un problema logistico. La sindaca Virginia Raggi ha richiesto fondi per opere che non rispettano i requisiti imposti da Bruxelles. Due tra tutti: le opere devono essere concluse entro il 31 agosto 2026 e devono essere già in stato di avanzata progettazione. Realtà ben lontana dalla vera situazione in cui versano i progetti per le linee C e D della metro, i cui cantieri si prolungheranno oltre i prossimi 6 anni.

La prima è da completare, ma ci sono voluti nove anni per realizzare solo la prima tratta. La seconda è ancora da iniziare, i lavori non sono mai partiti. La prima cittadina, quindi, piuttosto che mostrare il suo dissenso dovrebbe aprire una riflessione seria su quanto fatto nei cinque anni di mandato. Evidentemente, non abbastanza. E ora a Roma serve molto di più che una iniezione di danaro: serve un progetto a lungo termine e molto coraggio.

Come verranno usati i fondi del Recovery Plan italiano a Roma

Le uniche infrastrutture i cui progetti sono in uno stato avanzato sono la criticata funivia Casalotti-Boccea, la tranvia Togliatti che collegherà linea B, linea C e linea A lungo l’asse di Roma est che attraversa il quartiere di Centocelle e forse la nuova tranvia sui Fori imperiali.

Altre richieste, che non comprendono le infrastrutture e i mezzi di trasporto, sono state presentate in Parlamento e inserite del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) dall’ex ministro all’Economia Roberto Gualtieri. Lo stesso che, alcune settimane fa, era stato preso in considerazione come papabile candidato di centrosinistra per le prossime elezioni amministrative a Roma.

Tra queste, ci sono la digitalizzazione dei mezzi di trasporto locale, lo studio di un sistema innovativo per il corretto utilizzo delle acque piovane, il progetto Caput Mundi che riguarda la salvaguardia del patrimonio culturale e archeologico – che riceverà mezzo miliardo -, un intervento sugli studi di Cinecittà, la richiesta di risorse per incrementare l’economia circolare. Ma anche la riqualificazione del vecchio stadio Flaminio – struttura in disuso da oltre dieci anni -, del Museo nazionale romano e del Parco archeologico dell’Appia antica.

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Il commento di Fassina

Sulle richiesta di Raggi per i progetti di Roma è intervenuto Stefano Fassina, deputato di LeU in Parlamento, favorevole all’alleanza politica tra Partito democratico e Movimento 5 stelle al governo, ma consigliere all’opposizione della giunta Raggi nella Capitale. “Riconosco la validità di alcuni progetti, ma la sindaca avrebbe dovuto promuovere una partecipazione sul piano politico che non c’è stata”, ha detto polemicamente Fassina.

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E ha concluso: “Se avesse coinvolto sui temi del Recovery il consiglio comunale e i parlamentari eletti a Roma si sarebbe potuta esercitare una capacità di pressione politica, anche da parte della cittadinanza attraverso un percorso partecipato, che non c’è stata. Avremmo potuto individuare progetti più importanti e più consoni per una grande città come Roma e aumentare il volume delle risorse allocate”.

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