Di Fazio, ex lo accusa di stalking e minacce. Domani parlerà l’ex moglie

Di Fazio, ex lo accusa di stalking e minacce dopo che si era conclusa la loro relazione. 

DI FAZIO

La ragazza giovanissima, ex del manager Di Fazio, ha raccontato tutta la sua esperienza agli inquirenti. L’ex accompagnata dalla madre, per cinque ore ha esposto la lunga vicenda di vessazioni, telefonate e intimidazioni. Le azioni di stalking da parte dell’imprenditore erano iniziate dopo che aveva la ragazza lo aveva lasciato. Domani i magistrati ascolteranno anche l’ex moglie che raccontò gli abusi già nel 2009.

La ragazza giovanissima ha raccontato ai magistrati la breve relazione che aveva avuto con Antonio Di Fazio. L’imprenditore 50enne ora si trova a San Vittore con l’accusa di aver narcotizzato e violentato una studentessa 21enne. E sospettato di almeno altre cinque violenze sessuali con identico copione. A verbale non ha raccontato di abusi sessuali ma di una lunga vicenda di stalking, atti persecutori e minacce iniziata al termine di quella breve relazione con l’ex patron della farmaceutica Global farma. Lo ha descritto come un incubo ma che non aveva mai trovato il coraggio di denunciare. Sono dopo l’arresto del manager avvenuto sabato scorso, mamma e figlia hanno deciso di raccontare tutto. Alle violenze si aggiungono anche le accuse di atti persecutori.

Il modus operandi di Di Fazio va avanti probabilmente da dieci anni

Le magistrate Letizia Mannella e Alessia Menegazzo hanno il sospetto che gli abusi con identico modus operandi siano andate avanti per più di dieci anni. La ex moglie di Di Fazio, che verrà sentita domani, ha denunciato nel 2014 di essere stata drogata e abusata sempre dopo essere stata stordita da massicce dosi di benzodiazepine. All’epoca Di Fazio era soltanto un dipendente delle aziende di famiglia (due immobiliari e una farmaceutica) e a parte alcune sue frequentazioni pericolose (con Fortunato Valle condannato per ‘ndrangheta e con un ex socio poi arrestato per droga) e una certa spavalderia nell’uso di finti tesserini del Sisde e lampeggiante blu, non era emerso nulla di più. In realtà già nel 2009, al momento della separazione dei due, la donna aveva parlato di abusi.

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I carabinieri del Nucleo investigativo, guidati da Antonio Coppola e Michele Miulli, stanno trovando riscontri ai racconti delle prime tre donne già sentite nei tracciati dei cellulari e nelle chat. Si lavora su complici e «reclutatori». C’è anche un secondo filone che punta, invece, sui soldi partito da una Sos di Bankitalia. In mezzo anche (presunti) rapporti con uomini vicini alle cosche.

Caso Di Fazio, presunti rapporti con le cosche della malavita

A fine marzo il socio di Di Fazio nella Global farma, l’architetto Enrico Asiaghi, aveva trovato tre cartucce da caccia calibro 12 sul vetro della sua Maserati parcheggiata sotto la sede. «Non ho mai ricevuto minacce, ho pensato a uno scherzo». Il giorno dopo però ne parla con Di Fazio che «allarmatissimo» chiama il 112. Alla polizia ha raccontato di essere vittima di un tentativo di estorsione e di aver ricevuto pesanti minacce. «La mia auto compariva in una foto pubblicata sui suoi profili social, pensavano fosse la sua».

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Secondo il Fatto quotidiano le minacce sarebbero arrivate da uomini del clan Mancuso della ‘ndrangheta. «L’azienda è sana, Di Fazio è stato estromesso dal board. La gestione è sempre stata corretta, non ci sono debiti. I soldi? Ne aveva molti. Pensavo fossero di famiglia. Ma non mi stupirebbe sapere che in realtà erano di qualcun altro…». Quanto alle ragazze Asiaghi dice di averlo visto solo due volte in azienda con giovanissime: «È entrato e andato nel suo ufficio. Stagiste? Non ne abbiamo mai avute né cercate». Il socio ha invece conosciuto l’ultima «fidanzata» del 50enne, una ragazza che ai magistrati ha denunciato di essere stata narcotizzata, abusata e minacciata: «Per quanto ne so io lei lo chiamava spesso, lo controllava e aveva paura che la tradisse. Non ho mai avuto il sospetto di quello che è emerso ora. A volte portavo in ufficio mia figlia, ci penso e mi viene il terrore».

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