Obbligo vaccinale e Green Pass esteso a lavoro: qual è la differenza?

Mentre nella maggioranza sale la tensione per le prossime estensioni di obbligo di Green Pass (con la Lega che alza e abbassa i toni in maniera discontinua), alcuni media e rappresentanti politici hanno già iniziato a parlare di obbligo vaccinale. Intanto iniziano a emergere i primi effetti dell’obbligo vaccinale in ambito sanitario: sono 566 i medici sospesi perché non vaccinati. Ma dove finisce l’estensione dell’obbligo di Green Pass e dove inizia l’obbligo vaccinale?

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Il governo è a lavoro per definire i confini della prossima estensione dell’obbligo di Green Pass e per trovare una sintesi tra le diverse anime della maggioranza. A pesare è soprattutto il sostegno discontinuo della Lega, che aveva già votato l’estensione dell’obbligo in Cdm, per poi presentare 900 emendamenti successivamente ritirati, prima di concludere con un voto favorevole in Aula a un emendamento di FdI, partito all’opposizione. Così sull’estensione di Green Pass il governo sembra rallentare, anche se da Palazzo Chigi ci tengono a ribadire: l’esecutivo sta seguendo una tabella di marcia già stabilito in precedenza, che richiede cautela soprattutto per sciogliere gli ultimi nodi epidemiologici (sarà necessario analizzare i prossimi dati) e giuridici. Il Consiglio dei ministri in programma per oggi con ogni probabilità estenderà l’uso della Certificazione verde solo al personale delle mense scolastiche, agli addetti alle pulizie degli istituti e ai lavoratori esterni delle strutture sanitarie come le Rsa.

Salta invece la cabina di regia che doveva individuare l’estensione dell’obbligo di Green Pass ad alcune categorie di lavoratori. Tuttavia, si tratterebbe semplicemente di un rinvio: il piano Draghi prevede in realtà di estendere gradualmente l’obbligo ai settori che hanno a che fare con scuola e sanità, per passare – la prossima settimana – ai settori in cui la certificazione è già richiesta ai clienti, per terminare con i lavoratori della Pubblica amministrazione e delle aziende private. La deadline finale – fa sapere la Repubblica – dovrebbe essere metà ottobre: per quella data si inizierà la valutazione dell’obbligo vaccinale vero e proprio. E mentre la maggioranza affronta il tema spinoso dell’estensione del Green Pass, nella sanità arrivano i primi provvedimenti per coloro che hanno deciso di rifiutare l’obbligo vaccinale.

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Rifiutano la vaccinazione, 566 medici sospesi

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Al momento sono 566 i medici sospesi perché non vaccinati contro il Covid. A riportarlo è la Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), che fa anche sapere che il numero iniziale era di 742 medici (176 hanno regolarizzato la loro posizione). Il segretario generale della Fnomceo Roberto Monaco ha anche spiegato: “C’è ancora lo 0,3% di medici non vaccinati” contro Covid-19, “quindi sono più o meno 1.500. Un po’ più di 500 sono stati sospesi. Per i restanti aspettiamo le comunicazioni da parte delle Asl“. Certo, i ricorsi ci sono stati, ma “quando si applica una legge non si può avere paura dei ricorsi. Ci aspettiamo che qualcuno faccia ricorso, ma noi dobbiamo applicare una legge dello Stato e come Ordine dei medici dobbiamo applicare anche un codice deontologico, per cui un uomo di scienza non può esercitare se non crede nella scienza“.

E’ irremovibile, in questo senso, il presidente della Fnomceo Filippo Anelli, che ad Adnkronos aveva già fatto presente: “I medici sospesi per non aver fatto il vaccino anti-Covid non possono assolutamente lavorare, a meno che non vengano utilizzati per compiti che non siano ‘da medico’. La legge prevede esclusivamente il requisito della vaccinazione per poter esercitare. La Asl può decidere di far fare al professionista non vaccinato l’impiegato o altra attività, ma non può fare il medico“. Questo comporta che “chi lavora senza la vaccinazione commette un reato: esercizio abusivo della professione. Questo dice la legge. La vaccinazione è un requisito essenziale per poter svolgere la professione. La legge è chiara. Si tratta di un reato e la magistratura deve intervenire“. Ma vale lo stesso per gli altri settori?

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Obbligo vaccinale e Green Pass

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MeteoWeek.com (Photo by Morris MacMatzen/Getty Images)

Sulla questione, infatti, sono molti i dubbi sollevati, alimentati da una certa confusione innanzitutto mediatica (e a tratti anche giuridica). In questo senso, si possono anche comprendere le parole del professore Alessandro Barbero in merito all’estensione dell’obbligo di Green Pass. Ribadendo di non esser contrario all’obbligo vaccinale, Barbero ha parlato di ipocrisia di governo: estendendo l’obbligo di Green Pass anche all’accesso al lavoro, il governo imporrebbe di fatto un obbligo vaccinale senza assumersene le responsabilità giuridiche. Ed effettivamente, obbligo vaccinale e estremizzazione di obbligo di Green Pass potrebbero a un certo punto toccarsi. Questo potrebbe avvenire perché l’obbligo vaccinale non è una legge granitica sempre uguale a se stessa, ma ha diverse modalità di applicazione che vanno dal Tso (attualmente fuori discussione) all’obbligo vaccinale relativo.

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In quest’ultimo caso – ricordano al Post – nessuno è fisicamente obbligato a vaccinarsi, ma chi decide di non farlo può esser sottoposto a una sanzione o all’esclusione da attività per cui è richiesto il vaccino (il numero e l’incidenza di queste attività può variare). Di fatto, un Green Pass esteso al lavoro e alla vita sociale, se per accedere al Certificato verde fosse eliminato il requisito del tampone negativo nelle 48 ore precedenti. L’obbligo vaccinale relativo, infatti, è lo stesso applicato per le vaccinazioni dei minori: nessuna autorità sanitaria bussa alla porta del cittadino per costringerlo a vaccinarsi, ma il cittadino – rifiutando il vaccino – va incontro a sanzioni o all’impossibilità di esercitare attività fondamentali (come lavorare). Il principio è lo stesso del Green Pass, che però, di fatto, non è un obbligo vaccinale: non è stato inquadrato in questo modo in senso giuridico e il certificato si può ottenere anche attraverso un tampone negativo. Insomma, stesso principio ma sembianze, scopi e requisiti diversi. Per questo il Green Pass genera confusione in alcuni ambienti giuridici e intellettuali, per questo molti considerano un’ulteriore estensione del Green Pass come un obbligo vaccinale mascherato. Per questo è necessario che il governo faccia chiarezza al più presto: il rischio è accettare l’esclusione da luoghi di lavoro e socialità accettando uno strumento atipico, come il Green Pass, piuttosto che un più chiaro obbligo vaccinale. Il rischio è fare tutto questo senza neanche la certezza della vaccinazione, visto che il Green Pass può essere ottenuto anche in altri modi.

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