Crisi carburante nel Regno Unito: rimangono ferme anche le ambulanze

Risse ai distributori, lavoratori in difficoltà. Ora la mancanza di carburante crea disagi anche ai pazienti che devono recarsi in ospedale

I primi danni tangibili della Brexit stanno prendendo sempre più piede nel Regno Unito. Dopo la carenza di carburante che ha creato lunghe code ai rifornimenti della Gran Bretagna, ora sale la tensione tra coloro che hanno la necessità assoluta di fare benzina per poter proseguire il proprio lavoro. Si sono segnalate anche vere e proprie risse per accaparrarsi un pieno ai sempre più rari rifornimenti rimasti aperti.

Un filmato pubblicato da una testata britannica ritrae addirittura un guidatore che minacciava un altro automobilista con un coltello. Già il 30% dei tassisti ha dovuto fermare la propria attività, tanto che il segretario generale della Licensed Taxi Drivers Association, che ha chiesto un accesso esclusivo alle pompe di benzina che possono garantire ancora il servizio.

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Boris Johnson, primo ministro del Regno Unito, ha provato a calmare le acque e tranquillizzare la popolazione dicendo “di avere tutti i preparativi necessari per arrivare a Natale e oltre, non solo nella fornitura nelle stazioni di servizio, ma in tutte le parti della nostra catena di approvvigionamento“. Inoltre si sta provvedendo con nuovi autisti per il rifornimento delle navi cisterna militari e fermando gli addestramenti e corsi di aggiornamento per i conducenti di tir.

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Ma in difficoltà ci sono anche coloro che guidano i mezzi addetti al trasporto dei pazienti oncologici che devono recarsi per le visite ambulatoriali, rimasti appunto senza carburante. “Nei prossimi giorni stiamo riorganizzando gli appuntamenti offrendo incontri virtuali ove possibile” ha dichiarato un portavoce dell’UCLH, University College Hospital. Come se non bastasse, coloro che devono recarsi nei presidi ospedalieri per lavorare si trovano spesso con le auto a secco, ciò crea ulteriori disagi e ritardi per i malati.

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