Milano: i killer della 90enne sorseggiavano brandy e succo d’arancia prima del delitto. I 40 euro della vittima spesi in birre.

I due uomini hanno rapinato e ucciso un’anziana di 90anni, malata e cieca, per un totale di 40 euro che hanno preso da un portafogli trovato in casa della donna.

Dalle testimonianze dei due sudamericani Calero Ramirez e Velasco emergono nuovi dettagli sull’omicidio: «Ho consigliato al mio amico di portare i guanti per non lasciare impronte, sapevo che alle 14 la signora usciva a buttare la pattumiera». E ancora: «Gabriel l’ha trascinata in sala e l’ha buttata a terra, la signora reagiva e provava a urlare, l’ha accoltellata alla nuca e al collo»

Neanche nel peggiore dei film thriller, i killer raggiungono un livello tale di squallore. Gli assassini di Fernanda Cocchi le hanno tolto la vita senza motivo e senza avere un piano in mente. I due hanno ucciso un’anziana donna indifesa a colpi di arma da taglio e finendola con un ferro da stiro, portandole via due collanine, un anello, un orologio, un paio d’occhiali da sole e 40 euro spesi per bere birre in lattina. Appena consumato l’atroce gesto, i due si sono diretti in un parco a bere le birre con indosso gli stessi vestiti usati per uccidere, come se niente fosse. Poi si sono recati al Compro oro lasciando i propri documenti d’identità per rivendere la refurtiva. I due sudamericani si sono dati appuntamento scambiandosi dei messaggi sul telefono, come fanno tutti gli amici che si accordano per bere uno Spritz e fare due chiacchiere insieme, mentre loro sorseggiavano brandy e succo d’arancia nell’attesa di andare ad uccidere.

La telefonata e la prima confessione

«Ieri mattina ho chiamato il mio amico Gabriel a cui ho proposto di andare a rubare a casa di una vecchietta che abita al primo piano del mio palazzo. – racconta Mario Abraham Calero Ramirez, peruviano di 44 anni, subito dopo l’arresto – Lui era d’accordo e gli ho consigliato di portare i guanti per non lasciare impronte. Ci siamo incontrati alle 12 al parco Sammartini e abbiamo iniziato a bere brandy mischiato con succo d’arancia». Calero Ramirez e l’amico ecuadoriano 22enne, Carlos Gabriel Velasco, hanno fretta di agire: «Quando Gabriel mi ha chiesto di andare dalla vecchietta gli ho risposto che dovevamo aspettare le 14 perché sapevo che usciva a buttare la pattumiera». Gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’udienza di convalida dell’arresto, dove il gip Anna Calabi ha confermato il carcere per i due sudamericani. La prima confessione non è stata confermata davanti al pm, però ha svelato tutti i dettagli del delitto e ha permesso alla polizia di rinvenire i pantaloni indossati da Calero Ramirez che erano stati gettati in un cantiere di via Medeghino.

L’aggressione all’anziana

«Verso le 14 siamo andati in via Ponte Seveso 26, io sono entrato e ho accostato il portone condominiale e la porta della scala A per permettere a Gabriel di seguirmi — racconta Calero Ramirez alla polizia —. L’ho aspettato sul pianerottolo del primo piano e quando mi ha raggiunto ho visto che aveva tirato su il cappuccio della felpa grigia e la mascherina. Ho indicato a Gabriel la porta e lui ha proposto di coprire gli spioncini. Lo ha fatto usando uno scontrino che avevo in tasca del Carrefour. Ci siamo messi i guanti». I due si sono nascosti sul pianerottolo aspettando che l’anziana uscisse di casa: «Dopo mezz’ora, quando la vecchietta è uscita Gabriel l’ha presa da dietro con un braccio intorno al collo e con l’altra mano le ha tappato la bocca. Siamo entrati in casa e ho chiuso la porta con le chiavi che erano inserite. Gabriel l’ha trascinata in sala e l’ha buttata a terra. La signora reagiva e provava a urlare. Il mio amico mi ha detto di prendere il coltello dalla tasca della sua felpa e di usarlo. Io con il manico le ho tirato due colpi alla testa».

L’omicidio

Calero Ramirez continua: «Gabriel mi ha detto di usare la lama ma io non me la sentivo perché non volevo ucciderla e allora, visto che la signora a terra continuava a urlare mi ha detto di tenerla ferma e di dare il coltello a lui. Gabriel col coltello l’ha colpita sulla nuca e sul collo. La signora ha smesso di urlare, ho capito che era morta». I vigili del fuoco hanno trovato il corpo della donna sul pavimento con il cordone del ferro da stiro annodato al collo. Secondo il medico legale, probabilmente i colpi letali sono stati sferrati proprio con la piastra dell’elettrodomestico. «Abbiamo iniziato a cercare soldi. Ho trovato un portafoglio in cucina, c’erano dentro 40 euro. Ho preso i soldi. Abbiamo poi preso un paio di occhiali da sole, un altro portafoglio marrone da donna, vuoto, e un orologio color acciaio che ho trovato in camera da letto».

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Per eliminare le tracce, Gabriel Velasco decide di incendiare l’appartamento: «Dopo avere cercato in tutta la casa, Gabriel ha deciso di dare fuoco usando l’accendino della cucina e una maglietta sintetica. Io non ero d’accordo, non ho fatto niente per bloccarlo e sono andato verso la porta di uscita».

Dopo il delitto

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Il 44enne peruviano in quei giorni dormiva dalla sorella che abita nella stessa palazzina della vittima. Calero Ramirez la mattina di sabato, durante un sopralluogo della Omicidi, verrà fermato proprio all’interno della palazzina: «Gabriel è uscito dall’appartamento, poi sono uscito subito anche io e sono andato al quarto piano a casa mia a pisc…. Dopo qualche minuto ho raggiunto Gabriel alla fermata della 91. Scesi a Lotto abbiamo preso l’autobus 98 e siamo arrivati in piazzale Segesta. Siamo andati al parco dove ci siamo divisi i soldi rubati, 20 euro a testa, e abbiamo preso delle birre. Verso le 22 sono salito sulla 91 e mi sono addormentato. Sono arrivato a casa alle 7 di mattina».

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