Beppe Grillo e Moby: l’indagine che sta scuotendo dalle fondamenta il M5S

Grillo è indagato con il fondatore di Moby, Vincenzo Onorato, per traffico illecito di influenze. L’accusa è di avere usato i parlamentari del M5S per ottenere benefici fiscali

Verrà presto analizzato dalla procura di Milano il materiale informatico da cui prende avvio l’inchiesta sulle presunte influenze illecite esercitate da Beppe Grillo e dal fondatore della compagnia di navigazione Moby Lines, Vincenzo Onorato. Secondo le accuse, Onorato avrebbe versato del denaro nelle casse della Casaleggio Associati e del blog di Grillo per orientare le decisioni dei parlamentari pentastellati così da ottenere benefici fiscali in favore della sua azienda.

Gli uomini della guardia di Finanza di Milano si sono recati nelle sedi della Casaleggio Associati e della Beppe Grillo Srl per sequestrare il materiale che potrebbe provare i rapporti e i contratti illeciti tra le due società e Onorato. Si parla di circa 600mila euro per la società di Davide Casaleggio e altri 73mila al fondatore e garante del Movimento.

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La questione riporta alla luce il tema del conflitto di interessi e della trasparenza all’interno del Movimento 5 Stelle, in particolare nel chiarire quale sia il ruolo di Grillo secondo le norme vigenti. Dallo statuto del M5S, l’ex-comico genovese risulta essere “garante e custode dei principi e dei valori dell’azione politica“, una formula non chiara e soprattutto che non definisce quali siano le responsabilità legali e nella gestione del partito.

Vincenzo Onorato, patron di Moby Lines

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LE MOTIVAZIONI DELLA PROCURA

Nel decreto di perquisizione si legge: “La società Belle Grillo srl ha percepito da Moby Spa 120 mila euro anno negli anni 2018 e 2019 apparentemente come corrispettivo di un ‘accordo di partnership’ avente oggetto la diffusione su canali virtuali, quali il sito beppegrillo.it, di contenuti redazionali per il marchio Moby; nello stesso arco temporale Giuseppe Grillo ha ricevuto da Onorato richieste di intervento a favore di Moby Spa che poi Grillo ha veicolato a parlamentari in carica, trasferendo quindi al privato le risposte della parte politica dei contatti diretti con quest’ultima; nel triennio 2018-2020 la Moby ha anche sottoscritto un contratto con la Casaleggio associati srl, il cui socio di maggioranza è Davide Casaleggio: il contratto prevedeva il pagamento a tale società della somma di 600 mila euro annui quale corrispettivo per la stesura di un piano strategico e per l’attuazione di strategie per sensibilizzare l’opinione pubblica italiana alla tematica della limitazione dei benefici fiscali alle sole navi che imbarcano personale italiano e comunitario (campagna pubblicitaria denominata ‘Io navigo italiano‘)“.

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Per cui, si legge ancora nel decreto, il reato di traffico di influenze viene contestato “in considerazione dell’entità degli importi versati o promessi da Onorato, della genericità delle cause dei contratti, delle relazioni effettivamente esistenti ed utilizzate da Grillo su espresse richieste di Onorato con pubblici ufficiali, elementi tutti che fanno ritenere illecita la mediazione operata da Giuseppe Grillo in quanto finalizzata a orientare l’azione pubblica in senso favorevoli agli interessi del gruppo Moby“. Si ricorda che fu proprio l’ex-ministro di Giustizia grillino Alfonso Bonafede ad aumentare le pene per questo tipo di reati durante il Governo Conte I, passando da una pena di tre anni a quattro anni e mezzo.

Danilo Toninelli, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti nel Governo Conte I

IL RUOLO DI TONINELLI

Non commenta il fatto il Movimento così come Danilo Toninelli. L’ex-ministro (che non è indagato) si limita a dire “su Onorato non ho nulla da dire. Io ho fatto solo ciò che si doveva fare. Cioè ho detto che si fanno le gare e non le proroghe delle convenzioni“. Ma Toninelli sembra essere importante per capire i rapporti tra Grillo e Onorato, infatti si oppose al rinnovo per le concessioni delle tratte e promosse l’avvio di un nuovo bando di gara, una questione di grosso interesse per Moby. Le sue chat con il garante del Movimento sono al vaglio della Magistratura.

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Durante una diretta Facebook, Toninelli insinua che il suo ruolo di ministro possa essere stato messo in dubbio proprio per questa vicenda. “Se mi hanno sostituito al governo anche per questa mia fermezza? Non ho elementi per rispondere, ma di certo per quello che ho fatto da ministro mi sono fatto tanti nemici potenti” afferma. E sulla possibilità che qualcuno all’interno del M5S possa avere avuto rapporti con Onorato dice: “Non lo so proprio. Quello che so è che io volevo servizi efficienti e tariffe più basse, ma soprattutto che non concedevo mai proroghe di concessioni e che non l’ho fatto nemmeno in questo caso“.

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