Conte, Letta e Speranza contro l’ipotesi Berlusconi al Colle. Divisi su Draghi?

Il giorno dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica si avvicina, per questo motivo Conte, Letta e Speranza hanno cercato di trovare un accordo per il Quirinale. Dal tavolo, però, esce un’intesa a metà. 

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Mentre l’alone di mistero intorno al nome di Silvio Berlusconi per la partita al Quirinale si fa sempre più intenso, mentre Vittorio Sgarbi anticipa un’evoluzione già data per scontata (il ritiro del Cavaliere), mentre le varie forze politiche cercano di individuare la loro strategia passando attraverso i molteplici “se” e i tanti “ma”, anche dal fronte di centro e centrosinistra qualcosa inizia a muoversi. Nella giornata di oggi si sono incontrati il leader M5s Giuseppe Conte, il segretario del Pd Enrico Letta e il leader di LeU Roberto Speranza. A suggellare il termine del tavolo incentrato sulla partita al Quirinale, un messaggio inviato a “reti unificate” via Tweet: “Ottimo incontro. Lavoreremo insieme per dare al Paese una o un Presidente autorevole in cui tutti possano riconoscersi. Aperti al confronto. Nessuno ha diritto di prelazione. Tutti abbiamo il dovere della responsabilità“, avrebbe sottolineato anche Letta. In realtà, un accordo pieno ancora non c’è, e al momento la discussione si sarebbe concentrata sulla strategia da adottare per fronteggiare l’ipotesi Silvio Berlusconi al Colle. Su questo punto, fonti M5s avrebbero spiegato all’Ansa: “In attesa delle mosse del centrodestra è sempre più concreta l’idea di non presentarsi in aula alle prime tre votazioni per dare un segnale forte nel caso rimanga il nome di Berlusconi sul tavolo. Continuità di governo“.

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Un’intesa a metà

Insomma, al momento sarebbero tutti uniti quanto meno sull’idea di ostacolare il tentativo del Cavaliere di salire al Colle. Sugli altri nomi, però, è ancora buio pesto. “Non si sono fatti nomi” proprio per “lasciare aperte tutte le opzioni“, fanno sapere dal M5s. Poi aggiungono: “E’ fondamentale restare compatti” anche perché “nessuno ha la maggioranza“. “Non c’è alcuna intesa sui nomi perché ne parleremo con il centrodestra nei prossimi giorni“, avrebbe chiarito Letta al termine del vertice. Insomma, al momento il fronte alternativo al centrodestra avrebbe deciso di attendere, sondare ipotesi senza esporsi più di tanto, aspettando il momento in cui verrà scartata l’ipotesi Berlusconi, per aprire – solo a quel punto – un tavolo con il centrodestra. Lo conferma anche Giuseppe Conte, che dopo l’incontro con Letta e Speranza avrebbe ribadito: “Avrete sicuramente delle proposte più avanti quando avremo il confronto anche con le altre forze“. Per questo resta in piedi, stando alle ultime indiscrezioni, l’idea di abbandonare l’aula durante le prime votazioni, in modo da ostacolare numericamente un’eventuale elezione del Cavaliere. La strategia avrebbe anche un secondo lato positivo: eviterebbe di incrinare troppo i rapporti all’interno dello stesso centrodestra, spostando l’accento della bocciatura dell’ipotesi sul centrosinistra. Questo tipo di intesa, tuttavia, sembra poca cosa di fronte a un reale accordo sul nuovo presidente della Repubblica. E il tempo stringe.

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E Draghi?

mario draghi
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C’è un altro nodo che potrebbe ben presto venire al pettine: l’ipotesi che vede Mario Draghi al Quirinale. Su questo, le posizioni di Speranza, Letta e Conte sembrano più divergenti. Mentre il M5s ribadisce di voler lasciare il premier a Palazzo Chigi (anche perché non ha nessuna voglia di andare al voto anticipato), il segretario del Pd Enrico Letta si mostra molto più morbido all’idea di un Draghi al Colle. I tre, comunque, si sarebbero confrontati sulla contrarietà della “stragrande maggioranza dei loro gruppi nei confronti di questo tipo di soluzione. Tutto ciò non basta, tuttavia, ad armonizzare il tono delle loro dichiarazioni. Al momento fonti M5s sottolineano “la difficoltà di proseguire in un quadro di maggioranza di governo che senza Draghi difficilmente potrebbe reggere“. In sostanza, dal Movimento resta la ferma convinzione che spostare Draghi al Colle voglia dire trovare un altro premier in grado di tenere insieme la maggioranza: un’impresa ardua, forse impossibile, che aprirebbe lo spettro delle elezioni anticipate. Dall’altro lato, però, Enrico Letta continua ad accarezzare l’idea. In un’intervista all’Huffpost a seguito dell’incontro con Conte e Speranza avrebbe affermato: “La protezione di Draghi deve essere l’obiettivo di tutte le forze politiche. È la risorsa fondamentale del paese e ci fa da scudo rispetto alle nostre debolezze, a partire dal debito. Di qui la necessità di fare tutto quello che è necessario per non sbagliare i prossimi passaggi. Non ce lo possiamo permettere”.

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Insomma, non un endorsement palese, ma neanche un veto sul nome di Draghi, che arrivando al Quirinale potrebbe sicuramente trovare un porto sicuro per almeno sette anni. Difficile, tuttavia, che Letta riesca a convincere tutti i suoi parlamentari, molti dei quali nutrono ancora dubbi su una forzatura di questo tipo. Ecco allora che si arriva al nocciolo della questione: per Berlusconi la strada è sbarrata, per Draghi è semi-aperta (o semi-chiusa, che dir si voglia), per tutti gli altri ancora non viene costruita. Una situazione di questo tipo, tuttavia, potrebbe esporre Pd e M5s a dover accettare le altre proposte del centrodestra, dopo aver detto di no al Cavaliere e in assenza di altri nomi papabili già concordati. Ed è a quel punto, probabilmente, che tutti i nodi verranno al pettine. Compresa l’ipotesi Draghi.

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