Stupro Capodanno a Roma, il racconto degli aggressori ai loro genitori. Le intercettazioni choc

Gli indagati confidano ai propri genitori e ad amici quanto accaduto in quella villa privata a Roma, nella notte di Capodanno 2021.

Rese note le intercettazioni dei ragazzi che nella notte di Capodanno 2021 hanno stuprato una 17enne durante un party in una villa privata. Il quotidiano Il Messaggero riporta ciò che gli aggressori hanno raccontato ai genitori su quanto accaduto quella sera.

Le intercettazioni choc

Durante l’inchiesta, gli agenti hanno raccolto delle intercettazioni che dimostrano il coinvolgimento e la consapevolezza delle persone indagate. «Io te lo dico, io una me la so’ proprioproprio a divertimme, ma» avrebbe raccontato uno dei ragazzi coinvolti alla madre. «Lo sai che gli ha detto di me? Che non me la sono neanche sc… meno male!» aggiunge. Diversa, invece, la reazione di un altro degli indagati il quale racconta: «Stavamo io e lei dentro a un bagno […] Me voi beve? Ecco, famme una multa e beveme perché stavo a un altro comune e perché ho portato alcolici e stupefacenti che so minorenne».

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E ancora: «Mi sa che gli accollano lo stupro perché aveva il sangue sulla maglietta. Lo sai qual è il guaio suo? Che è uscito dalla camera con la maglietta e la sventolava». «Tu mandi tua figlia a 16 anni con il lockdown a una festa e poi la mattina dopo te svegli e denunci? Ma che sei infame? Sei proprio un vile, un verme, un miserabile».

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Il racconto delle vittime

Il Messaggero riporta anche le terribili dichiarazioni rilasciate dalla 17enne, vittima dello stupro. La ragazza racconta di non riuscire a camminare, di aver bevuto e fumato, «non so se qualcuno mi ha messo qualcosa nel bicchiere» afferma. «Ho iniziato a perdere i sensi.  – spiega – come se fluttuassi fuori da me stessa». «Quando mi sono svegliata mi sentivo come se avessi i postumi della droga. Avevo male dappertutto». Poi la corsa in bagno: «Ho guardato le mie gambe, erano piene di lividi così come le braccia. C’era sangue e addosso avevo solo una felpa non mia».

 

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