Quirinale, Vittorio Feltri: “Leader peggiore nelle trattative? Salvini, comiche sue mosse”

Il direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri, ha detto la sua in merito all’elezione del Presidente della Repubblica e alle ‘manovre’ messe in atto dai vari rappresentati politici. Il peggiore secondo Feltri? Salvini.

Vittorio Feltri – MeteoWeek

Tra i leader di partito e di coalizione che stanno gestendo l’elezione del prossimo Presidente della Repubblica il peggiore di tutti a condurre le trattative è stato Matteo Salvini. A dirlo all’AdnKronos è il direttore editoriale di Libero Vittorio Feltri secondo il quale, più in generale, “nessuno ha meritato la sufficienza” perché “non è che gli altri brillino”. Senza peli sulla lingua, come sempre, Feltri espone il suo punto di vista, evidenziando che il segretario della Lega “Salvini è stato il peggiore: lo dico io che pendo a destra e non certo a sinistra. Però le sue mosse sono quasi comiche. Mi dispiace dirlo ma è la verità”.

Feltri non fa sconti a nessuno

Non la manda a dire a nessuno, Feltri, che parlando degli altri esponenti politici, ha aggiunto: “Letta è inesistente, è come un portaombrelli. Chiunque passa di lì mette il suo ombrello e buonanotte. Conte si è dissolto da solo, poverino”. Insomma, “nessuno ha meritato la sufficienza per usare un linguaggio scolastico e poi c’è qualcuno che si è segnalato per una particolare inabilità e pressappochismo. Complessivamente siamo di fronte a qualcosa che assomiglia ad una schifezza generale, questa è la verità. Si sapeva da sette anni che bisognava trovare un sostituto di Mattarella. Quindi in sette anni si poteva fare qualche riflessione. Invece – osserva Feltri – sono arrivati lì allo sbando e nessuno sa che cosa deve fare. Soprattutto, non riescono neanche a fare i conti per capire come sia possibile arrivare alla scelta di una persona che non sia ridicola. Non sono capaci neppure di giocare sotto il tavolo”.

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Matteo Salvini – Foto Roberto Monaldo / LaPresse

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Secondo Feltri, l’unico candidato possibile per il Colle fin dall’inizio della partita sarebbe dovuto essere Mario Draghi il quale, una volta diventato Presidente, avrebbe dovuto nominare un presidente del Consiglio “di sua fiducia. E’ chiaro – dice infatti – che la cosa che si doveva fare era prendere immediatamente Draghi e metterlo al Quirinale. Per il governo avrebbe scelto una persona di sua fiducia che sarebbe andata avanti nel segno della continuità con la sua politica. Questa mi sembrava e mi sembra la soluzione più normale”. Infine, Feltri, boccia anche la ‘carta’ Casini: “Ho visto che Casini si sta dando moltissimo da fare, ma Casini è ‘nomen omen’. Ha cominciato come forlaniano, poi è diventato berlusconiano, recentemente è stato eletto nelle liste del Pd. Non so se meriti di rappresentare gli italiani”.

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