Scheherazade, l’Italia congela lo «yacht di Putin»: il governo blocca la nave

Il ministro dell’Economia e della Finanze ha firma il decreto che «blocca» l’imbarcazione che si sospetta appartenere a Putin.

Manca però ancora la “prova provata” che il superyacht appartenga al presidente russo.

Sullo sfondo, lo yacht Scheherazade che si sospetta appartenere a Putin – meteoweek

Venerdì il ministro dell’economia Daniele Franco ha firmato il decreto che “congela” lo yacht Scheherazade, la lussuosa imbarcazione di lusso che si sospetta possa appartenere a Vladimir Putin. La nave, lunga 140 metri e dal valore di 700 milioni di dollari, batte bandiera delle Isole Cayman ed è ormeggiata a Marina di Carrara.

È arrivato dunque il blocco dell’imbarcazione. Da tempo è finita nel mirino delle autorità. Formalmente il proprietario del superyacht è l’oligarca russo Eduard Khudaynatov, ex presidente di Rosneft. A lui appartiene anche Villa Altachiara di Portofino, dove morì tragicamente la contessa Francesca Vacca Agusta.

Anche l’oligarca Khudaynatov rischia le sanzioni

Eduard Khudaynatov, l’oligarca russo che risulta come prorietario ufficiale dello yacht – Meteoweek

Ma i servizi segreti americani e la cerchia del dissidente russo Alexsej Navalny sospettano che in realtà la lussuosa nave appartenga allo Zar Putin. Ma ancora manca la prova provata. Adesso però il suo proprietario ufficiale rischia di essere sanzionato. Stando all’Ansa, l’Italia ha chiesto che il nome di Khudaynatov venga messo nella “lista nera” dell’Unione europea.

Nel frattempo il Mef ha bloccato lo yacht. E una volta inserito l’oligarca nella “black list”, scatterà il sequestro, come già avvenuto per altri yacht (come quello da 530 milioni sequestrato a Trieste a Andrey Melnichenko, che si è rivolto a un team di avvocati).

Le rivelazioni del team di Navalny

Come riferisce il New York Times, lo Scheherazade era stato chiamato «lo yacht di Putin» da alcuni membri dell’equipaggio. C’erano poi state smentite e controsmentite. Infine, dopo la pubblicazione dei nomi dei componenti dell’equipaggio, l’ipotesi si era ancor più rafforzata.

Questo perché l’entourage di Aleksei Navalny, l’oppositore di Putin prima avvelenato e poi imprigionato a Mosca, aveva rivelato che nella lista dei 23 nomi dell’equipaggio compilata a Carrara il 17 dicembre del 2020 (dove lo yacht approda spesso per eseguire la manutenzione) c’erano personaggi molto vicini a Putin. Maria Pevchikh e Georgi Alburov, due del team legato a Navalny hanno rivelato, si legge sul ‘Corriere della Sera’, che «il numero due dello yacht si chiama Sergey Grishin, registrato nelle rubriche telefoniche di diverse altre persone come Sergei G Fso. A seguire, c’è Anatoly Furtel, residente a via Furmanova, 10, a Sochi, sede dell’ufficio dell’Fso che garantisce la sicurezza della residenza del presidente di Bocharov Ruchey». C’è poi Evgheny Schvedov, importante ufficiale di sicurezza. Prima di Scheherazade, Putin possedeva lo yacht Graceful, poi trasferito all’oligarca Gennadi Timchenko.

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