Covid, Pregliasco: «Preoccupante crescita reinfezioni, in autunno c’è rischio nuova ondata»

Per il virologo dell”Università Statale e del Galeazzi la pandemia non è terminata e con l’autunno potrebbe esserci una recrudescenza del virus.

Virus che con ogni probabilità resterà con noi ancora a lungo a causa del gran numero di mutazioni.

«La crescita delle reinfezioni può sembrare marginale in questa fase, ma prova che la pandemia non è finita e che dopo l’estate potrebbe tornare preoccupante». Esprime tutte le sue preoccupazioni Fabrizio Pregliasco, virologo della Statale e direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi di Milano. Le ha confidate in un’intervista a ‘La Stampa’.

Pregliasco spiega che i 397 mila ricontagiati dalla fine di agosto si devono alla «instabilità, dovuta a mutazioni anche minime» che rappresenta «la forza del Sars-Cov-2». Per questo motivo, afferma Pregliasco, «la vaccinazione e la guarigione non sono garanzie di immunità». Ciò sta a indicare, continua il virologo, che «il Sars-Cov-2 si candida a rimanere con noi a lungo, anche in maniera preoccupante se in molti dovessero risultare meno protetti».

Pregliasco: con mutazioni rischio quarta ondata in autunno

I vaccinati, dice Pregliasco, al momento rimangono protetti dalla forma grave della malattia, «ma la quarta dose in questo quadro diventa fondamentale per gli anziani e in prospettiva per tutti», precisa il virologo. Aggiungendo poi che «con tutte queste mutazioni però in autunno si rischia una nuova ondata» dato che «il virus muta continuamente perché sia in Italia sia all’estero ha una platea di persone a cui rivolgersi».

Il fatto è, fa sapere il virologo meneghino, che «purtroppo non tutti sono vaccinati e i vaccini non sono efficaci al 100 per cento. Queste ultime sottovarianti hanno una sintomatologia varia, difficile da distinguere, e caratteristiche diverse nella proteina Spike per cui iniziano a sfuggire all’immunità».

Morti per Covid sono quattro volte tanto quelli per l’influenza

Quanto ai decessi per il Covid, «sono almeno quattro volte quelli provocati dall’influenza. Come se ogni giorno cadesse un aereo – spiega Pregliasco – Dal punto di vista medico resta inaccettabile, ma poi va trovata una mediazione con i bisogni sociali ed economici».

Andava tenuto il Green Pass? «No, non si può vivere in emergenza per sempre», replica Pregliasco. Che però aggiunge: «Certo resta una fase delicata, difficile da affrontare anche per la politica. Perfino la Cina, che continua a inseguire i contagi zero, incontra gravi problemi». Nel vecchio continente si è scelta un’altra via: «In Europa si preferisce mitigare la diffusione del Sars-Cov-2 con vaccini e regole democratiche, che comunque hanno evitato la crisi dei sistemi sanitari. La libertà poi si paga con un centinaio di morti al giorno, destinati ad aumentare per le sottovarianti», conclude Pregliasco.

Impostazioni privacy