Trump torna in corsa per la Casa Bianca: ricandidato per la terza volta alla presidenza

“Per rendere l’America di nuovo grande e gloriosa”, “Il ritorno dell’America inizia ora”. Sono le promesse di Trump, di nuovo in corsa per la presidenza.

“Trump is back”. Ma le cose sono molto cambiate dalla prima campagna per le presidenziali di sette anni fa.

Lo aveva promesso, lo ha fatto: Donald Trump si ricandida alla Casa Bianca. Correrà di nuovo alle presidenziali del 2024, una competizione già entrata nel vivo mentre è ancora in corso il conteggio dei voti per le elezioni di Midterm.

Il tycoon ha mandato le carte alla Federal Election Commission (Fec) e ha fatto “il grande annuncio” a Mar-a-Lago. In uno scenario degno delle grandi occasioni “The Donald” ha annunciato di essere di nuovo in corsa per tornare alla presidenza degli Stati Uniti d’America.

In un discorso di un’ora, circondato da bandiere a stelle e strisce, Trump ha lanciato la sua nuova candidatura. Ma le cose sono piuttosto cambiate da quel 16 agosto del 2015, quando il magnate aveva lanciato la sua prima campagna per le presidenziali scendendo da una scala mobile dorata dalla sua lussuosissima “Trump Tower” di New York, davanti alla sua famiglia al gran completo.

Stavolta a Mar-a-Lago accanto a lui c’erano soltanto Melania e Barron, il figlio ultimogenito. Insieme a loro un manipolo di fedelissimi e di consiglieri: Roger Stone, Kash Patel, Sebastian Gorka, Mike Lindell.

Ma la corsa si annuncia in salita

Sette anni fa Trump si era presentato agli americani come un businessman di successo, la stella della reality tv capace di “drenare lo stagno di Washington” innalzando il grido “Build the Wall”, “Costruiamo il Muro”. Stavolta si candida dopo il risultato poco esaltante del Midterm. E per giunta dopo essere stato messo sotto inchiesta per i fatti di Capitol Hill, il fatto dei documenti classificati trovati nella sua villa in Florida. In più ci sono i guai col fisco.

Anche i mass media conservatori non sembrano più dalla sua parte. Il magnate Rupert Murdoch (a capo dell’impero che comprende, tra le altre cose, Fox News, Wall Street Journal, New York Post) glielo avrebbe detto senza mezzi termini: nessun appoggio alla sua ricandidatura. Murdoch punta sul delfino di Trump, l’astro nascente dei repubblicani Ron DeSantis, ribattezzato “Ron DeFuture” proprio da Murdoch.

Ma certo non basta a arrestare Trump: “Con la mia leadership siano stati una grande e gloriosa nazione, ora siamo in declino“. E mentre Mosca fa cadere razzi in Polonia “noi abbiamo un presidente che si addormenta” ai summit internazionali. Del resto The Donald non si ferma nemmeno davanti al “deludente” (parole di DeSantis) risultato delle elezioni di medio termine: “Abbiamo riconquistato il Congresso” e “licenziato la Speaker Nancy Pelosi“, rivendica il tycoon.

Il quartier generale dal quale Trump proverà a dare l’assalto alla Casa Bianca per la prima volta non sarà la Grande Mela, ma la Florida, il nuovo baricentro della politica made in Usa. Nella storia politica americana soltanto un altro ex presidente si è candidato quattro anni dopo aver abbandonato la Casa Bianca. Si tratta del democratico Grover Cleveland che fu rieletto nel 1892.

Impostazioni privacy