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Cronaca

Casamicciola, quelle 23 mail ignorate dove l’ex sindaco avvertiva: «Rischio alluvione, bisogna evacuare»

Per ben ventitré volte, nei quattro giorni precedenti la tragedia di sabato, ha scritto per lanciare l’allarme sul pericolo che correva il Comune di Casamicciola.

Ventitré mail pec mandate a altrettanti destinatari. Il contenuto non lasciava spazio a equivoci: la popolazione di Casamicciola andava evacuata, la semplice allerta meteo non poteva bastare.

A scrivere quelle ventitré mail rivelatesi drammaticamente profetiche, racconta il Corriere della Sera, è stato l’ingegner Giuseppe Conte (omonimo del leader pentastellato). Nei primi anni Novanta è stato sindaco di Casamicciola, il Comune colpito dalla colata di fango.

Ma i suoi appelli sono andati a vuoto. «Avevo scritto al prefetto di Napoli, al commissario prefettizio di Casamicciol a, al sindaco Manfredi e alla Protezione Civile Campania. Nessuno mi ha risposto», denuncia al Corriere della sera. «A seguito dell’allerta meteo arancione – spiega – avevo segnalato il pericolo per la popolazione della zona e chiesto la loro evacuazione».

L’ ex sindaco parla dell’alluvione del 2009. Alla quale non è seguito nessun intervento. O almeno nessuno intervento decisivo. Un’inattività tanto più ingiustificabile se si pensa ai fondi per la sicurezza stanziati negli ultimi anni: “180mila euro per la pulizia degli alberi, 3 milioni e 100 per un intervento a monte dell’abitato Casamicciola (nel 2010-2012) e un lavoro messo a disposizione dalla città metropolitana per mettere in sicurezza del bacino dell’alveo Larita nel 2018”, ricorda Cone. Da anni poi manca all’appello il piano, già annunciato, per ovviare al dissesto idrogeologico della zona, sottolinea l’ingegnere classe 1947.

Casamicciola, dove sta il vero problema

Giuseppe Conte, ingegnere con un passato da dirigente nel settore acque e acquedotti della Regione Campania, spiega al Corriere come stiano le cose nella zona. «Il problema di Casamicciola di cui sono stato sindaco negli anni Novanta non è l’abusivismo, le cause di questo disastro sono le stesse dell’alluvione del 1910, ovvero la fragilità del territorio».

Dopo l’alluvione del 1910 furono costruiti dei sistemi per proteggere il centro abitato del Comune (le cosiddette “briglie”). Ma da allora in avanti, denuncia l’ex sindaco, «non si è più intervenuti con interventi appropriati e con una manutenzione degna di questo nome».

Una situazione potenzialmente catastrofica

Tutti fatti riportati con precisione nella mail inviata alle autorità, dove si ricordava il crollo avvenuto nel vallone la Rita la notte del 13 febbraio 2021. I tecnici intervenuti, si legge nel testo della mail pubblicata dal Corriere, «hanno riscontrato l’esistenza di una situazione decisamente catastrofica e la possibilità di ulteriori crolli e l’urgenza di ripulire tutto l’alveo sia dalla vegetazione, sia dall’immondizia e dai blocchi di materiale solido presenti all’interno».

La mail poi prosegue. L’ingegner Conte scrive: «Considerato che i lavori richiesti non sono stati realizzati, può sussistere lo “stato di grave crisi per la calamità naturale imminente”, nei Comuni di Casamicciola Terme e di Lacco Ameno, dato dal pericolo imminente nella zona del vallone della Rita. Considerato, altresì, che l’Autorità di Bacino competente, il Sindaco di Casamicciola Terme e il sindaco di Lacco Ameno, pro tempore, hanno segnalato la concreta possibilità, in caso di allerta meteo, di evacuazione della popolazione e dell’unico presidio sanitario ospedaliero dell’isola d’Ischia, delle case popolari nonché della scuola media. Con la precisazione che nella zona di confluenza dell’alveo vi è anche una centrale di trasformazione dell’Enel, il Sottoscritto in ottemperanza al senso civico che lo anima, invito le Autorità in indirizzo, per le rispettive competenza ad adottare tutte le iniziative necessarie per la sicurezza e la salute delle persone che operano a valle dell’alveo La Rita».

La mail non manca di stigmatizzare l’«inerzia della pubblica amministrazione» e il «perverso gioco di scaricabarileۚ». Tutte magagne che avevano bloccato ogni intervento dopo l’alluvione del novembre del 2009. Infine l’ex primo cittadino chiedeva «di porre in essere determinate azione di protezione della popolazione, che non può essere il semplice avviso di un’allerta Meteo».

Ma l’allarme non ha ricevuto alcuna risposta.

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