Vaccini Covid-19, Commissione europea tiene nascosti i numeri dei finanziamenti alle aziende

Mentre negli Usa è stato già calcolato quanto le aziende in corsa per la produzione dei vaccini contro il Covid-19 hanno incassato dai fondi stanziati, in Europa tutto tace. “La Commissione non dice quanto ha pagato e quanto esattamente dovranno pagare gli Stati”.

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foto di repertorio

Secondo quanto viene riportato da Il Fatto Quotidiano, Medici senza frontiere avrebbe calcolato che almeno 12 miliardi di dollari di fondi pubblici siano stati già erogati a sei società farmaceutiche – quelle più avanti nella sperimentazione di vaccini contro il Covid 19, – nonostante manchi la certezza che le dosi sviluppate risultino sicure ed efficaci.

Sempre secondo i calcoli di Medici senza frontiere, il vaccino al momento più finanziato è quello di Moderna, società americana che proprio dagli Stati Uniti avrebbe ottenuto almeno 2,48 miliardi di dollari. Ma tra le aziende più fornutate nella raccolta fondi, si contano anche Sanofi e Glaxo Smith Kline, con in tasca i 2,1 miliardi di dollari del Barda elargiti per lo sviluppo e la consegna delle prime 100 milioni di dosi. Pfizer, dal canto suo, avrebbe invece beneficiato di quasi 2 miliardi di dollari provenienti dall’operazione “Warp Speed” – sempre del governo americano.

Insomma, numeri da capogiro che sono, però, sotto l’occhio di tutti – a differenza, invece, di quanto accadrebbe entro i contini dell’Unione Europea. Come accusato dall’europarlamentare Marc Botenga, infatti, “la Commissione non rende noto quanto ha pagato e quanto esattamente dovranno pagare gli Stati” per la produzione e l’acquisto delle dosi di vaccino anti Covid-19.

“Negli Usa c’è trasparenza, nell’Ue no”

“A differenza di quanto avviene negli Stati Uniti, dove c’è più trasparenza sull’ammontare di fondi pubblici usati per sostenere i costi di ricerca, sviluppo e produzione di farmaci contro il Covid 19, la Commissione non dice quanto ha pagato e quanto esattamente dovranno pagare gli Stati” ha pubblicamente affermato Marc Botenga, europarlamentare del gruppo Gue – Ngl. L’esempio che viene riportato a tal proposito, in effetti, è quanto avvenuto con il contratto prelimintare firmato a fine agosto con AstraZeneca. Alla richiesta di delucidare i numeri sorti con le trattative, la Commissione ha affermato di “non poter rivelare i dettagli del contratto per l’esigenza di tutelare gli interessi commerciali del gigante farmaceutico e il contratto”.

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Secondo quanto si apprende, al momento sono quattro gli accordi firmati dalla Commissione Europea con le aziende produttrici di vaccini. Eppure, non è stato pubblicato alcun dettaglio relativo a nessuna delle trattative. A fornire qualche informazione in merito è stato Reuters (contattato da fonti anonime), che afferma come per prenotare 300 milioni di dosi del vaccino di AstraZeneca la Commissione avrebbe anticipato 336 milioni di euro (396 milioni di dollari). Per quanto riguarda le dosi di Sanofi/GlaxoSmithKlein, invece, l’Ue avrebbe pagato a metà settembre una cifra pari a 324 milioni di euro. Mentre per quanto riguarda il vaccino prodotto da Pfizer/BioNTech, pare sia stato siglato un accordo dal valore di quasi 5 miliardi di dollari (con 300 milioni di dosi da 19,5 dollari).


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Pagare per un vaccino che potrebbe non funzionare

Come spiegato nell’inchiesta, la Commissione europea sostiene i costi dello sviluppo e della produzione del farmaco alle aziende farmaceutiche “in cambio del diritto – per gli Stati membri – di comprare un determinato numero di dosi di vaccino in un dato periodo e a un determinato prezzo”. Ciò significa che se il vaccino risulterà efficace e sicuro contro il Covid-19, gli Stati membri dovranno acquistarlo alle condizioni stabilite dalla Commissione; nel caso invece risultasse inadeguato, contributo europeo sarà stato comunque erogato – e perso.


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“Vi è il rischio, molto concreto, che nessuno dei candidati che beneficiano del sostegno abbia successo. Tuttavia, il valore di un accesso precoce a un vaccino è enorme in termini di vite umane salvate e di danni economici evitati. È un rischio che vale la pena di correre”, si legge in una nota relativa alla Comunicazione della strategia europea. Ad ogni modo, seguendo il punto dell’europarlamentare Marc Botenga, la Commissione finora non ha pubblicato il prezzo pagato dal bilancio dell’Ue per questa “polizza assicurativa” a favore delle aziende, così come non ha ancora reso noto quello che dovrà essere erogato dai singoli Stati per l’acquisto delle dosi.

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