Locke & Key | la serie fantasy Netflix fatica a spiccare il volo

Tratta dal celebre fumetto di Joe Hill e Gabriel Rodriguez, Locke & Key è la nuova serie fantasy di Netflix che punta a replicare il fenomeno di Stranger Things. Ma purtroppo non tutto in questo nuovo adattamento funziona come dovrebbe e il senso di déjà vu è costantemente dietro l’angolo.

I modelli cinematografici di Locke & Key sono chiari ed evidenti: dai film più datati come Gli occhi del parco e il Jumanji originale, passando per Zathura e The Hole (bellissimo film purtroppo dimenticato di Joe Dante) nel nuovo millennio. Il genere fantasy/horror per ragazzi sembra non passare mai di moda, come testimoniano operazioni recenti tra cui la nuova serie cinematografica di Piccoli Brividi e Il mistero della casa del tempo (entrambi con Jack Black).

Locke & Key, la serie Netflix

A differenza dei prodotti citati, però, Locke & Key sembra mancare di un impianto visivo sorprendente, in grado da solo di sopperire alle evidenti mancanze di sceneggiatura o alla sensazione costante di star assistendo ad un bignami di immagini già viste e già ampiamente assimiliate. Come buona parte dell’immaginario degli ultimi anni, anche quello su cui si fonda Locke & Key deve molto agli anni ’80. Con una trama a metà fra il fantasy e l’horror, la serie si concentra sulle vicende dei tre fratelli Locke che si trasferiscono con la madre Nina da Seattle a Lovecraft, una cittadina fittizia del Massachusetts il cui nome è tutto un programma.

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In seguito al misterioso omicidio del padre, i ragazzi si trasferiscono nella dimora ereditata dalla famiglia di lui, la cosiddetta Key House. Mentre esplorano la casa e prendono confidenza con le varie stanze che la compongono, i tre s’imbattono in misteriose chiavi in grado di fornirgli numerose abilità magiche. I giovani non sanno però che le stesse chiavi possono sbloccare una dimensione parallela in cui si nasconde anche un misterioso e potente demone che farebbe di tutto per mettere le mani sulle loro chiavi.

Poco fantasy e molto teen drama

Ma ovviamente alla base di tutto c’è il classico racconto di formazione. La serie infatti segue tutti i passaggi obbligati del coming of age (la leggerezza iniziale, il trauma e la conseguente maturità) ma fatica sul lato fantasy. Decidendo infatti di attenuare le possibili venature horror, Locke & Key punta (o dovrebbe puntare) tutto sulla sua mitologia fantastica, e invece preferisce adagiarsi sul più classico teen drama senza la voglia di giocare con i tanti spunti fantasy che il fumetto originale mette a disposizione. Si pone come variazione si di un canovaccio molto tradizionale, ma l’elemento principale della narrazione, la casa, non è sfruttata in maniera intelligente come invece altre serie che fanno dell’ambientazione uno dei propri punti di forza (Hill House è l’esempio più lampante, ma anche il recente Servant fa un uso ingegnoso dei suoi spazi).

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Una occasione sprecata

Ma chiaramente il prodotto guarda più a Stranger Things che alla serie horror di Mike Flanagan. Il progetto doveva essere diretto da Andres Muschietti (il creatore dei due nuovi It cinematografici) per Hulu, ma è terminato nelle mani degli showrunner Carlton Cuse, Meredith Averill e Aron Eli Coleite. Neanche un team di registi tutto sommato bravi (tra cui anche Vincenzo Natali, recentemente approdato su Netflix con l’horror stilisticamente ineccepibile Nell’erba alta) riesce a salvare la serie dalla condanna del “già visto”.

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