Coronavirus, rientrati gli italiani bloccati alle Mauritius “Siamo stremati”

Dopo essere stati bloccati a Port Louis perché provenienti da un paese a rischio per l’epidemia coronavirus, i 40 turisti italiani sono tornati.

Uno degli Airbus 330 che collegano Fiumicino a Port Louis

Niente vacanze, un’Odissea

Erano partiti per una vacanza da sogno, in un luogo esotico: un viaggio prenotato da diversi mesi e pagato parecchio. Ma al posto degli animatori del villaggio turistico sono stati accolti dagli inflessibili funzionari del ministero mauriziano che li hanno bloccati per portarli in quarantena. Non c’era scelta: o tornare in Italia o la quarantena in isolamento alle Mauritius… altro che viaggio da sogno. Si è conclusa dunque con il ritorno a casa forzato la orrenda vacanza dei quaranta turisti provenienti da Lombardia e Veneto che l’isola l’hanno vista solo dall’aereo e non hanno neppure potuto lasciare il gate.

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Inflessibili

La decisione del governo delle Mauritius ha sorpreso anche le autorità italiane perché di fatto non era ancora stata comunicata ufficialmente. Ma non c’è stato modo di discutere. Le autorità del ministero della salute pubblica dell’arcipelago sono stati inflessibili. Nessun accesso per chi arrivava da Lombardia e Veneto nemmeno se lo scan dava esito negativo e in assenza assoluta di sintomi. Quarantena forzata per quattordici giorni. Di qui la decisione di tornare a casa.

Ritorno a casa forzato

I turisti respinti hanno chiesto e ottenuto di essere riportati a casa dal volo Alitalia grazie anche alla mediazione dell’unità di crisi della Farnesina. Non tutti sono potuti ornare a casa immediatamente: solo quelli che erano arrivati a Fiumicino in auto. Gli altri rientreranno in volo oggi con mezzi messi a disposizione dalla compagnia di bandiera che in considerazione della situazione di emergenza ha disposto una riprotezione di tutti i turisti respinto.

“Stremati”

Poca voglia di parlare quando escono dal finger di arrivo: “Siamo sfiniti, stremati – dice una signora di Treviso che non vede l’ora di tornare a casa – quello che ci è accaduto è stata un’ingiustizia. Sognavamo questa vacanza da tanto tempo e non siamo stati trattati bene. Per fortuna le cose si sono risolte ma il viaggio è stato davvero pesantissimo. Una brutta avventura”.

Un incubo

“E’ stato un incubodice un altro turista appena arrivatosono emotivamente distrutto, arrabbiato; un gran dispiacere. Una presa di posizione assolutamente non di buon senso. Era il regalo per i miei 60 anni, una settimana butata alle portiche. Dovevamo festeggiare tutti insieme con le mie figlie e ci siamo invece ritrovati a rientrare in aereo”.

“Il personale dell’Alitalia si è dimostrato all’altezza e paziente: “Sono stati straordinari – dice – devo ringraziare il comandante dell’Alitalia, che ha saputo gestire la situazione. A fronte di una ospitalità locale inesistente mi sono sentito ‘cittadino di Alitalia’“.

Coronavirus
Coronavirus (Getty Images)

Ventisei ore di viaggio

Dieci ore per arrivare a Port Louis, circa sei ore di estenuante attesa all’aeroporto quindi il rientro, altre undici ore di volo. Il tutto mentre i compagni di viaggio erano già a godersi sole e mare: perché la quarantena stabilita dal governo mauriziano riguardava solo gli abitanti di Lombardia e Veneto. Una procedura identica a quella che è stata adottata nelle ultime ore dalla Francia.

Tutti gli altri hanno potuto proseguire la vacanza. In tutto sull’AirBus 330 dell’Alitalia erano stati imbarcati 212 turisti italiani, 172 sono sbarcati regolarmente. Per gli altri quaranta la vacanza è diventata Odissea.

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